Emma Carelli - soprano

Emma Carelli, soprano

Nata a Napoli il 12 maggio 1877

Morta a Montefiascone (Viterbo) il 17 agosto 1928

 
Soprano e organizzatrice teatrale.

Nasce a Napoli da Beniamino Carelli (1833-1921) e Matilde Caputo.

Studia con il padre, compositore, e uno fra gli ultimi grandi insegnati di canto della scuola napoletana, docente per molti anni al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli.

 

Emma sin dall'età di dodici anni, inizia i suoi studi al Conservatorio di San Pietro a Majella, nello stesso periodo frequenterà anche l'Istituto Mackean, dove acquisirà grande padronanza nelle lingue straniere. 

 

Debutta il 17 settembre 1895, in La vestale (ruolo titolo) di Saverio Mercadante, al Teatro Mercadante di Altamura, in occasione del centenario della nascita del compositore.

Il 7 dicembre dello stesso anno partecipa al Teatro Mercadante di Napoli, alle riprese della versione originale di I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini (Romeo), a fianco di Enrico Caruso (Tebaldo) e Annina Franco (Giulietta).

Il 4 settembre 1897, al Teatro Rossini di Venezia, crea il ruolo di Albina in La Falena di Antonio Smareglia.

Il 23 maggio 1898, al Teatro Marrucino di Chieti, canta nella prima assoluta di "Stella" del maestro Camillo De Nardis. Canta a Rovereto e a Napoli in "Manon" di Massenet, a Mantova e Bologna in "Fedora", a Milano, Teatro Lirico, in "Le Cid" e a Roma in "Wally".

 

Nel 1898 sposa Walter Mocchi, uomo economicamente facoltoso politicamente legato all'estrema sinistra, che aveva raggiunto mentre era relegato nel domicilio coatto di Procida.

Walter Mocchi avrà un ruolo protagonistico nell'organizzazione dello sciopero generale del 1904, circostanza questa che portò Emma Carelli a dover subire la cancellazione di molti contratti e il bando da molti teatri italiani.

 

Il 4 novembre 1899 canta al Teatro Costanzi di Roma, a fianco di Enrico Caruso (Osaka) e con la direzione di Leopoldo Mugnone, nell'"Iris" di Pietro Mascagni, e poi in "Mefistofele" di Arrigo Boito (Margherita).

 

Il 27 dicembre 1899 debutta al Teatro alla Scala di Milano in "Otello" di Giuseppe Verdi nel ruolo di Desdemona a fianco di Francesco Tamagno e Delfino Menotti (Jago), direttore Arturo Toscanini. Seguiranno, sempre con la direzione di Arturo Toscanini: "Lohengrin" (Elsa) con Pietro Zeni nel ruolo del titolo (27.1.1900), mentre il 7 aprile 1900 crea il personaggio di Tatiana nella prima italiana di "Eugenio Onegin" di Cajkovskij, a fianco di Eugenio Giraldoni (Onegin) e Pietro Zeni (Lenski.)

 

Nella primavera del 1900, attraversa per la prima volta l'oceano per apparire con Enrico Caruso al Teatro de la Opera di Buenos Aires, dove, a fianco del grande tenore napoletano canterà in cinque opere: "Mefistofele" nel doppio ruolo di Margherita e Elena (10 maggio),  "Iris" (17 maggio), "La bohème" (26 maggio), "Cavalleria rusticana" (12 luglio), "Manon" di Massenet (28 luglio). Qui canterà anche la sua prima "Tosca", a fianco del tenore Emilio De Marchi.

L'eco del successo colto da Emma Carelli in Argentina, arriva fino in Brasile, da dove le giungeranno scritture dai teatri di Rio de Janeiro, Rosario e Santa Fé.

La calorosa accoglienza dei popoli sudamericani e gli ottimi consensi di critica, indussero Emma a tornare in Sud America per tutto l'arco della sua carriera.

 

Ritorna in Italia, e Il 26 dicembre del 1900, inaugura la nuova stagione della Scala con "La bohème" (Mimì), con Enrico Caruso (Rodolfo) al suo debutto scaligero, direttore Arturo Toscanini.

Il 17 gennaio 1901, sempre alla Scala, crea il ruolo di Colombina nella prima assoluta di "Le Maschere" di Pietro Mascagni, dove Florindo sarà ancora una volta Enrico Caruso e la direzione di Toscanini (sarà un clamoroso fiasco). I due artisti tuttavia, a marzo, sempre alla Scala, ebbero l'occasione partecipare a un'edizione di "Mefistofele", che riportò un grandissimo successo, condiviso con il grande basso russo Feodor Chaliapin.

Il 18 aprile 1901 la troviamo al Politeama Genovese come Iris nell'omonima opera di Pietro Mascagni a fianco di Edoardo Garbin (Osaka), che il 19 maggio (presente il compositore), la affiancherà anche in “Zazà” di Ruggero Leoncavallo, ruolo, nel quale Emma Carelli consegue un enorme successo, sia per le sue qualità canore, sia per le doti d'attrice. Il personaggio di Zazà, sarà destinato a rimanere una delle più grandi interpretazioni di Emma Carelli.

Da qui in poi, l'attività di Emma Carelli diventa quasi frenetica, alterna le stagioni in Sud America (Rosario, Montevideo, Buenos Aires, Santiago, Valparaiso) a quelle nei maggiori teatri Europei. Appare a Lisbona nel 1902, 1905, 1907, e 1908. Nella sua prima stagione a Madrid nel 1902-1903 ha cantato in "La bohème" con Alessandro Bonci, "Lohengrin" con Florencio Constantino, e in "Cavalleria rusticana", tornandovi nel 1903-1904 per "Tosca", "La bohème", e "Mefistofele", dove suo partner era il tenore Amedeo Bassi. A Barcellona nel 1905, 1906, 1908 e 1909, a San Pietroburgo nel 1906, e a Bucarest nel 1907. Nel marzo 1909 ha cantato due performance di "Iris" a Monte Carlo con Giuseppe Anselmi e Antonio Pini-Corsi. 

Nel 1906, il marito di Emma, Walter Mocchi, abbandonata la politica, inizia a dedicarsi con solerzia all'attività d'impresario. Gradualmente riuscirà ad acquisire un "potere" che gli permetterà d'essere in grado di padroneggiare in molti teatri italiani e sudamericani. 

Nell'aprile del 1910, un mese dopo la prima assoluta di Palermo, canta al Costanzi di Roma il ruolo di Carmela in "Mese Mariano" di Umberto Giordano, diretta da Pietro Mascagni, presenti il compositore e l'autore del libretto Salvatore Di Giacomo.

 

Nel 1911, Walter Mocchi, convince la moglie a impegnarsi nella direzione del Teatro Costanzi di Roma, Impegno questo, che Emma Carelli prenderà a sé con molta professionalità, tanto che governerà trionfalmente il teatro fino al 1926. 

Nel 1912 al Costanzi, Emma interpreterà con grande successo il ruolo di Elektra, nella prima italiana dell'omonima opera di Richard Strauss.

L'impegno che deve mettere e le difficoltà che incontra nella direzione del Costanzi, non gli permetterà più di dedicarsi con continuità all'attività di cantante. Tuttavia in questo periodo, troverà ancora il tempo per cantare nel 1913, in alcune recite straordinarie di "Cavalleria rusticana" al Teatro Coliseo di Buenos Aires, e nel 1914, nel "suo" teatro, Il Costanzi, in “Iris" con Bernardo De Muro (24 gennaio) e "Cavalleria rusticana" con Hipolito Lazaro (7 febbraio).

 

Nel 1914, per l'impossibilità di sostenere entrambe le attività, abbandona definitivamente le scene, dedicandosi completamente alla direzione del Teatro Costanzi. Inutilmente Gabriele D'Annunzio le invierà pressanti inviti, poiché la voleva interprete della sua "Fedra", musicata da Ildebrando Pizzetti, neppure il dono di una copia del poema con dedica autografa:

 "A Emma Carelli questo poema nerazzurro che attende ancora "la bipede leonessa", la grande Rivelatrice, è offerto con altissima aspettazione"

smosse Emma dalla sua decisione.

Nei quattordici anni che resse le sorti del Teatro Costanzi di Roma, Emma Carelli, ebbe l'occasione di allestire con coraggio e intelligenza, rappresentazioni che potevano porsi in concorrenza con i più importanti teatri italiani, Scala compresa, fu inoltre molto attenta alle novità musicali che "avanzavano" nella scena italiana, proponendone diverse al pubblico romano, alcune direttamente in prima assoluta, o in prima italiana.

Oltre alle opere fin qui citate Emma Carelli, aveva in repertorio tra l'altro:

"Lorenza" di E. Mascheroni  e "Khryse" di Arturo Berutti (che canterà in prima assoluta), "Il Maestro di Cappella" di Paer, "Mignon", "La Gioconda", "Andrea Chénier", "Adriana Lecouvreur", "Gloria" , "Sapho" di Massenet , "Mademoiselle de Belle Isle" di Spyridon Samara, "Fadette" di Dario de' Rossi. Canta nelle prime assolute di "Jana" di Renato Virgilio (Teatro Adriano, Roma, 1906), "Editha" di Anton Francesco Carbonieri (Teatro Lirico, 1906), e "Fasma" di Pasquale La Rotella (Teatro Dal Verme, Milano, 1908).

 

Celebrata interprete, dalla voce schiettamente lirica che seppur limitata nel settore acuto, era sostenuta da un "temperamento"poliedrico ed esuberante, che gli consentì di misurarsi con cantanti sue contemporanee più dotate di lei.

Nella sua pur breve carriera affrontò un vasto repertorio, che se nei primi anni fu rivolto in particolar mondo al melodramma ottocentesco, comunque ben presto s'indirizzò verso il repertorio "verista" che caratterizzerà tutta la sua carriera (la sua Zazà di Ruggero Leoncavallo, resterà probabilmente la sua più grande interpretazione).

 

Il 17 agosto del 1928, ritornando a Roma da Siena, Emma Carelli, morì in un incidente automobilistico.

 

Lascia un libro pubblicato a Roma dall'editore Maglione nel 1932: "Emma Carelli, Trent'anni di Vita del Teatro Lirico", e una discreta documentazione discografica. Una trentina circa, di dischi acustici a 78 giri, incisi tra il 1903 e il 1906 per le case discografiche G&T di Milano, Pathé di Parigi e Fonotipia di Milano.

 

© Pietro Sandro Beato  2013