John McCormack - tenore

John McCormack - tenore

Nato a Athone (Irlanda) il 14 giugno 1884.

Morto a Booterstown (Dublino) il 16 settembre 1945.

 

John McCormack nasce nella città irlandese di Athlone il 14 giugno 1884.

Si diploma alla scuola secondaria di Sligo. Spronato dal padre, pur di malavoglia, si reca a Dublino per progredire negli studi, che comunque non riuscirà a completare.

 

Nel 1902 entra a far parte del coro della cattedrale cattolica a Dublino. Sarà quest'occasione che lo farà entrare in contatto con Vincent O'Brien organista e direttore del coro della cattedrale.

O'Brien prenderà sotto la sua ala protettrice, il diciannovenne cantante e lo preparerà per il Feis Ceoil festival di Dublino dove, nel 1903, cantando un'aria dall'Atlanta" di Handel "Tell fair Irene" seguita da una canzone irlandese "The Snowy Breasted Pearl", McCormack vincerà la medaglia d'oro. Sarà questo un formidabile trampolino di lancio per il giovane tenore irlandese.

 

Pochi mesi dopo farà la sua prima esperienza americana, quando è invitato a cantare all'Irish Village della fiera mondiale di St.Louis.

 

Ritorna a Dublino e grazie al generoso supporto economico della comunità locale, gli è data la possibilità di recarsi in Italia per intraprendere seriamente lo studio del canto.

Arriva a Milano nel marzo del 1905, qui per otto settimane mette a punto la voce con il maestro Vincenzo Sabatini (padre di Rafael, famoso autore di libri d'avventura come: Capitan Blood, Scaramouche, Il cigno nero, Lo sparviero del mare, ecc.)

Dopo questa prima esperienza, ritorna in Irlanda per circa quattro mesi. A settembre ritorna a Milano, studia volenterosamente con Sabattini e a dicembre il maestro decide che McCormack è pronto per il debutto.

 

Debutta con il nome di Giovanni Foli (rendendosi conto che gli italiani faticavano a pronunciare il suo vero nome), il 13 gennaio 1906 in L'amico Fritz di Mascagni al Teatro Chiabrera di Savona (canterà in sette recite senza ricevere compenso), seguito nel mese di aprile, da Faust di Gounod al Teatro Verdi di Santa Croce sull'Arno. Questo comunque non sarà sufficiente per procurargli altri contratti in Italia.

 

Il 2 luglio sposa a Dublino, Lily Foley e trascorre la luna di miele a Londra.

Deluso dall'avventura italiana John McCormack, tenta di affermarsi a Londra, firma un accordo con l'agenzia teatrale gestita da Henry e Louis Bernhard per esibirsi in alcuni concerti al Palace Pier di Brighton, a meno di un'ora di treno a sud di Londra.

Il 23 marzo 1907 McCormack diventa padre, al primogenito sarà imposto il nome di Cyril.

I concerti tenuti sia al Palace Pier sia altrove (nel maggio parteciperà anche a una produzione amatoriale di Faust a Dublino), migliorano le sue condizioni economiche. Sarà però, grazie all'influenza di un ricco magnate londinese, certo Sir John Murray Scott, che lo prenderà sotto la sua "protezione", a far avverare il sogno che il giovane tenore alimentava sin dal 1904, quando in quel teatro, sentì per la prima volta la voce di Enrico Caruso: cantare al Covent Garden.

 

Il 23 ottobre 1907 John McCormack, debutta al Royal Opera House Covent Garden come Turiddu in Cavalleria rusticana. Aveva ventitré anni ed era il più giovane tenore principale mai impiegato in quel teatro. L'impressione fu soddisfacente e fu sempre bene accolto. Qui ebbe l'occasione di esibirsi inoltre in: "Don Giovanni", "La sonnambula", "Rigoletto", "La bohème", "Lakmé" e "Romèo et Juliette", a fianco, tra gli altri, di Nellie Melba e Luisa Tetrazzini. La sua ultima stagione fu quella del 1913/14, nel frattempo, aveva avuto modo di farsi conoscere in Italia e oltre oceano.

Il 21 luglio 1908 nasce a Dublino la secondogenita, Gwen.

 

Nella primavera del 1909 canta il ruolo del Duca in Rigoletto al San Carlo di Napoli, nell'occasione riceverà le congratulazioni del tenore napoletano Fernando De Lucia. Il 17 settembre1910, al Regio di Parma, sarà Tonio in La figlia del reggimento con Luisa Tetrazzini nel ruolo di Maria.

Pur continuando a cantare in ruoli del repertorio operistico, John McCormack, da qui in avanti, si dedicherà prevalentemente all'attività concertistica, a lui più adatta anche a causa della sua statura gigantesca e la mediocrità dell'attore, che in certi ruoli potevano metterlo in imbarazzo.

 

Nel novembre (7 o 10) del 1909 debutta a New York come Alfredo in La traviata, con Luisa Tetrazzini e Mario Sammarco, alla Manhattan Opera House, le critiche sono favorevoli e il successo pieno.

Il 10 maggio 1910, John McCormack, firma un contratto con la casa discografica Victor Co. che durerà fino al 1938. Nell'occasione la Victor dovrà pagare una penale alla casa discografica Odeon con la quale McCormack era ancora legato artisticamente.

Il debutto al Teatro Metropolitan avviene il 29 novembre 1910, ancora nel ruolo di Alfredo con Carlo Galeffi (Germont) anche lui al suo debutto al Metropolitan e Nellie Melba quale Violetta alla sua ultima apparizione nel massimo teatro newyorkese.

Il 25 febbraio 1911 crea a Philadelphia il ruolo di Paul nell'opera Natoma di Victor Herbert con Mary Garden nel ruolo del titolo e Mario Sammarco.

 

Nell'estate del 1911, John parte via mare da Marsiglia per l'Australia, e il 2 settembre a Sydney, apre un tour, che in compagnia con Nellie Melba toccherà anche Melbourne, città natale della diva australiana. Le opere presentate in questo tour includeranno: Tosca, Roméo et Juliette, Faust, La Traviata, Rigoletto, La Bohème e Madama Butterfly.

 

Nell'estate del 1913 Lilli Lehmann lo invita a cantare per l'agosto dell'anno successivo il ruolo di Don Ottavio nel Don Giovanni al Festival di Salisburgo, ma a causa dello scoppio della Grande Guerra, dovrà rinunciarvi.

Nell'ottobre dello stesso anno salpa con la famiglia per gli Stati Uniti, prendendo la decisione di trascorrervi gli anni della guerra.

In terra americana si esibisce principalmente in concerto. Tra il 1914 e il 1919 si esibirà in oltre 400 concerti.

Nel 1917 ottiene la cittadinanza americana.

McCormack continuerà a registrare copiosamente per la Victor durante gli anni della guerra, con una media di cinque o sei sessioni l'anno.

Nel 1917 (16 novembre), ritorna in scena al Metropolitan come Rodolfo in La bohème a fianco di Frances Alda e Giuseppe De Luca, mentre nel 1918 sarà Pinkerton in Madama Butterfly e Mario Cavaradossi in Tosca in entrambi i casi a fianco di Geraldine Farrar.

 

Nel 1920 rientra in Europa, dove si esibisce con successo in alcuni concerti a Parigi. Si recherà quindi a Monte Carlo, dove ebbe un enorme successo durante le due stagioni che si esibì. La prima ebbe luogo tra febbraio e aprile del 1921 con sette spettacoli di Tosca, Zauberflöte, e Il Barbiere di Siviglia, la seconda come vedremo sarà nel 1923.

 

Ritorna negli Stati Uniti, dove lo attendono una lunga serie di concerti. Nell'aprile del 1922 mentre si preparava per un concerto all'Hippodrome auditorium di New York, McCormack è colpito da un accidente quasi fatale, un virulento attacco di tonsillite streptococca. Rimane in pericolo di vita per due giorni, ma fortunatamente riesce a riprendersi. Tuttavia una volta fuori pericolo, parte per l'Inghilterra, dove, trascorre la convalescenza in campagna, poi lentamente ricomincia gradualmente a cantare.

Nel gennaio del 1923 si esibisce in alcuni concerti in Irlanda, seguiti dalle sue ultime prestazioni all'Opera di Monte Carlo: Il Barbiere di Siviglia, Madama Butterfly.

Tosca, Marta, e La fiera di Sorotchintzi di Musorgskij (Gritzko). Sarà questa l'ultima opera della sua carriera (23 marzo 1923).

Inizia da Liverpool (16 aprile 1923) un Tour europeo di concerti che lo porteranno a Praga, Parigi e Berlino.

Con l'inizio dell'autunno McCormack ritorna a New York, dove lo attendono alcune registrazioni con la Victor.

 

Nell'estate del 1924 lo troviamo in Irlanda e in Inghilterra, il 6 ottobre, tra ostili risentimenti per la sua assunzione della cittadinanza americana, tiene con velato timore, un concerto alla Queen's Hall di Londra, ma i timori sono infondati e il concerto ottiene un enorme successo.

Nel 1926 McCormack affronta un tour di concerti in Cina e in Giappone, dove è molto ben accolto.

 

Durante la sua carriera McCormack, svolge instancabili attività per raccogliere fondi da elargire in beneficenza, prestando particolare attenzione verso la Chiesa Cattolica irlandese. Per questi suoi meriti, Papa Pio XI, nel 1928, gli conferisce il titolo ereditario di "conte palatino", caso unico nella storia delle voci canore, per il quale John McCormack si sentì profondamente onorato.

 

Nel 1929 con il favoloso compenso di 500.000 dollari McCormack gira per la Fox il film: Song o' My Heart, che avrà buone critiche ma non lo sperato rientro finanziario.

 

Nell'estate del 1932, al 32° Congresso Eucaristico Internazionale che si tiene a Dublino, McCormack, grazie alla sua carica pontificia, svolge molte funzioni durante questo evento, culminanti con una solenne messa pontificia a Phoenix Park, dove McCormack, canta il "Panis Angelicus".

Ritornato negli stati Uniti, partecipa ad alcune trasmissioni radio.

 

Nell'autunno del 1938 McCormack inizia il suo tour d'addio in Irlanda e in Inghilterra che consisterà in venti concerti, che si concluderanno a Londra, all'Albert Hall il 27 novembre 1938.

 

Dal novembre del 1938 ai primi giorni del 1942 McCormack si presterà infaticabilmente per conto della Croce Rossa a esibirsi in concerto per i militari in tutta la Gran Bretagna. Mantiene un frenetico programma per tutto il 1940 e il 1941, continuando a dare concerti, trasmissioni radio e incidere dischi.

Durante i primi mesi invernali del 1942 si ammala, sviluppando una grave e persistente tosse, seguita da una recidiva dell'infezione streptococca che aveva contratto nel 1922. Dopo una lunga convalescenza, sembrava essersi ristabilito completamente.

Nella tarda primavera del 1944 McCormack e la moglie si trasferiscono nella loro casa di Booterstown. Una complicata serie di malattie tra cui, influenza e polmonite mina definitivamente la salute di John.

 

Domenica 16 settembre 1945 si spegne serenamente.

 

Aveva in repertorio ventuno ruoli, dei quali i più famosi sono: Don Ottavio; Rodolfo; Elvino; Edgardo; Duca di Mantova.

 

Lascia una vasta discografia comprendente una sessantina d'arie d'opera e un innumerevole numero di canzoni della tradizione popolare irlandese, lieder. romanze da salotto, e brani di musica sacra.

Tanto il procedimento acustico quanto quello elettrico rende molto bene la voce di McCormack. Sin dalle prime registrazioni "Odeon", si apprezzano il fascino lirico della voce, la dolcezza del timbro insieme brillante e suadente, la padronanza dei fiati, la facilità d'emissione e la singolare chiarezza di dizione del cantante. Tuttavia, sarà con i dischi incisi per la casa discografica Victor che McCormack darà il meglio di sé.

Nel 1981 la PEARL inglese ha pubblicato un cofanetto con sei LP, dove raccoglie 122 brani tratti da opere, lieder, canzoni popolari irlandesi, ecc. PEARL GEMM 155-60.

Nel 2014 La casa discografica di Ward Marston ha pubblicato un cofanetto con quattro CD contenenti tutte le sue incisioni Odeon (1906-1909.)

 

 

 

"...McCormack aveva tentato la sorte nel teatro lirico con "La bohème", ma, da uomo intelligente, capì che l'erculea statura non s'addiceva al poeta di Montmatre e a nessun altro personaggio, o romantico o lirico, pur musicalmente adatto alle sue facoltà vocali. e si diede alla carriera concertistica con meritata fortuna, giacché la sua voce, il suo temperamento, la sua educazione artistica, così sobria e dritta e giusta, convenivano a tal genere di canto. non era Rodolfo, o Radames, o Faust, ma era lui che cantava, McCormack in persona, senza bisogno di camuffamenti, travestimenti, truccature, dualismi di sorta. e, in quel campo, ebbe ragione lui, pur trionfando allora, in America, Caruso ed altri."

Giacomo Lauri Volpi

 

 

"After all, what's in a song? A message people can understand. Melody, first, set to text that conveys something to heart and mind. One of the difficult tasks of my profession, and as important as the actual singing, is the choice of material for my programmes, and its arrangement.... First, I give my audiences the songs I love. Second, I give them the songs they ought to like, and will like when they hear them often enough. Third, I give them the folksongs of my native land, which I hold to be the most beautiful of any music of this kind.... Fourth, I give my audiences songs they want to hear, for such songs they have every right to expect."

John McCormack, 1918.

 

© Pietro Sandro Beato  2014