Fernando De Lucia - tenore

Fernando De Lucia - tenore

Nato a Napoli l'11 ottobre 1860

Morto a Napoli il 21 febbraio 1925

 

Ferdinando Salvatore De Lucia nasce a Napoli l’11 ottobre 1860.

In famiglia la musica era di casa, il padre suonava il clarinetto e il fratello il violino.

A quindici anni entra al Conservatorio di San Pietro a Majella per studiare prima il fagotto, e poi il contrabbasso.

 

Nel 1880 ottiene una borsa di studio, che gli permette di iniziare lo studio del canto nominalmente con il famoso insegnate Alfonso Guercia, ma anche con Emanuele De Roxas.

Dopo un’interruzione dovuta al servizio militare, De Lucia ritorna al Conservatorio.

Nel 1883 fa la sua prima apparizione pubblica in uno dei suoi tanti concerti privati.

Continua gli studi con il maestro Vincenzo Lombardi.

Nel mese di dicembre del 1884, in casa del maestro, canta accompagnato al pianoforte, il ruolo di Faust dal Mefistofele di Arrigo Boito. Alla serata era presente l’impresario del Teatro San Carlo, Scalise, che lo scritturò per cantare il ruolo del titolo nel Faust di C. Gounod.

 

Il 9 marzo 1885 dopo un intenso lavoro con il maestro Lombardi, ma come abbiamo visto, ormai noto per le sue esecuzioni nei migliori “salotti” napoletani, Fernando De Lucia, debutta ufficialmente al Teatro San Carlo di Napoli in Faust di C. Gounod, Margherita, era il famoso soprano Virginia Ferni-Germano, raffinata cantante e straordinaria attrice, la quale affrontò l’opera seccatissima all'idea di figurare accanto ad un ragazzino debuttante, raccomandato dall'editore Sonzogno e rappresentato dal suo agente Nicola Daspuro. In compenso Fernando De Lucia, cantò gratis come era in uso fare per un esordiente.

Nell'occasione, il critico del “Pungolo”, Michele Uda, così descriveva la voce di De Lucia: “una dolcezza così carezzevole di espressione, il fraseggiare così netto, l’intonazione così sicura», ma al tempo stesso notò che «le mezzevoci alla Stagno passavano appenae non sempre, l’orchestra rumorosa, per fermarsi alle poltrone di prima fila”.

Un tenore di grazia dunque. Tuttavia, da quello che è dato sapere, sembra che De Lucia non abbia più seguito studi “formali”, ma abbia ugualmente continuato tenacemente a studiare ogni giorno per il resto della vita, nuovi effetti e nuove possibilità per la sua voce, che effettivamente durante la carriera andò via via acquistando sonorità intense, riuscendo a emergere anche nel repertorio eroico e drammatico. È certo invece che non ha mai ottenuto il diploma al Conservatorio.

 

Il successo ottenuto a Napoli gli procura alcuni contratti: in ottobre e novembre 1885 canta al Comunale di Bologna, dove era direttore Luigi Mancinelli, in Dinorah di G. Meyerbeer con Ernestina Bendazzi-Secchi, e in La traviata di G. Verdi a fianco di Gemma Bellincioni, e poi a Firenze (Teatro alla Pergola), dove ottiene un grande successo inaugurando la stagione con Mignon di A. Thomas, cui seguirono, Margherita di Ciro Pinsuti e Carmen di G. Bizet. Si produrrà anche in alcuni spettacoli al Teatro Pagliano, dove lavorerà per la prima volta con il maestro Leopoldo Mugnone.

 

Nell'estate del 1886 varca l’Atlantico per la sua prima tournée un Sud America, a Buenos Aires Teatro Politeama, e a Montevideo Teatro Cibils, dove canta in Lucrezia Borgia e La favorita di G. Donizetti e in L’ebrea di J. Halévy.

 

Al suo ritorno in Europa nell'inverno del 1886-87, canta al Teatro Real di Madrid, dove incontra per la prima volta Mattia Battistini. Nella capitale spagnola De Lucia si esibirà in Frà Diavolo di D. Auber, Linda di Chamounix e L’elisir d’amore di G. Donizetti, e infine in Il barbiere di Siviglia di G. Rossini.

Il 13 giugno 1887 debutta a Londra al Teatro Drury Lane, come Alfredo in La traviata a fianco di Lillian Nordica, seguita da Il barbiere di Siviglia di Rossini e Don Giovanni di W. A. Mozart con Victor Maurel nel ruolo del titolo.

Il successo ottenuto da De Lucia alla sua prima apparizione londinese fu piuttosto tiepido e la critica vagamente pungente, va tuttavia ricordato che, in quegli anni nei maggiori teatri londinesi si esibivano i maggiori cantanti dell’epoca tra cui i famosissimi tenori Jean de Reszke e Julián Gayarre.

 

Dopo la “tiepida” accoglienza londinese, De Lucia ritorna dal caloroso pubblico madrileno, dove nella stagione 1887-88 interpreta alcuni ruoli del suo repertorio aggiungendovi quello di Gritzenko in La stella del Nord di G. Meyerbeer, in quella stessa stagione avrà inoltre l’occasione di cantare per la prima volta con il soprano Adelina Patti.

Nel periodo maggio-agosto 1899, lo ritroviamo a Buenos Aires e a Montevideo.

Nell'inverno del 1899-90 ritorna in Spagna al Teatro Real di Madrid, dove si esibisce in La sonnambula di V. Bellini, Romeo e Giulietta di C. Gounod, Mefistofele di A. Boito,Semiramide di G. Rossini (Idreno).

Durante questa stessa stagione il famoso tenore Julián Gayarre ormai già gravemente ammalato, cantava il ruolo di Nadir in I pescatori di perle di G. Bizet, la sera dell’8 dicembre 1899 la voce “divina” si “ruppe” e dovette abbandonare la scena, sarà questa l’ultima apparizione del grande tenore navarro, che il 2 gennaio 1890, all'età di quarantasei anni, morirà a causa di un cancro alla laringe.

Toccherà al nostro Fernando De Lucia, rimpiazzarlo nelle restanti recite dell’opera, tra gli ammutoliti spettatori del Teatro Real.

 

Nel gennaio del 1890 ritorna nella sua città natale e assieme a Emma Calvé, canta in, I pescatori di perle e Carmen al Teatro di San Carlo.

Dopo la consueta tournée in Sud America, De Lucia ritorna al San Carlo, dove avviene il suo primo “approccio” con la “nuova scuola del verismo”, qui, il 14 gennaio 1891, canta la prima di ventisei recite di Cavalleria rusticana con Emma Calvé quale Santuzza.

 

A questo punto della carriera, Fernando De Lucia, tenore di “grazia”, esempio di belcanto e maestro delle mezzevoci, affascinato dalla “Giovane scuola” metterà in concreto, la sua voce al servizio di questa novella scuola musicale, ne sarà così convinto e affascinato, tanto da creare sei rappresentativi ruoli di questo “movimento”, e precisamente: L’amico Fritz (Fritz Kobus) di P. Mascagni, Roma Teatro Costanzi 31.10.1891, con Emma Calvé e Paul Lhérie e con la direzione di Rodolfo Ferrari.

I Rantzau (Giorgio) di P. Mascagni, Firenze Teatro alla Pergola 10.11.1892, con Mattia Battistini, Hericlea Darclée e la direzione Rodolfo Ferrari.

Silvano (ruolo del titolo) di P. Mascagni, Milano Teatro alla Scala 25 marzo 1895, con Adelina Stehle, direttore Rodolfo Ferrari.

Iris (Osaka), Roma Teatro Costanzi 22.11.1898, con Hericlea Darclée, Giuseppe Tisci-Rubini, Guglielmo Caruson e nel ruolo di un cenciaiolo il giovane tenore sardo Pietro Schiavazzi con la direzione di Pietro Mascagni.

Vita Brettona di Leopoldo Mugnone con Gemma Bellincioni, Napoli Teatro di San Carlo 1905.

Infine Marcella (Giorgio) di Umberto Giordano con Gemma Bellincioni nel ruolo del titolo, direttore Ettore Perosio, Milano Teatro Lirico 9.11.1907.

 

Nel maggio del 1891 la coppia De Lucia ed Emma Calvé, si presenta al Teatro Costanzi di Roma, dove si esibiscono in I Pescatori di perle e Cavalleria rusticana.  Vi ritorneranno nel mese di ottobre per la prima assoluta de L’amico Fritz.

 

Fernando De Lucia, ritorna a Londra nel maggio 1892, dove canterà per la prima volta al Covent Garden, in Cavalleria rusticana e L'amico Fritz, entrambi con il soprano Emma Calvé.

Tale era l'interesse a Londra per le nuove opere di Mascagni, che la regina Vittoria ordinò per il 2 luglio, uno speciale concerto privato al castello di Windsor, in cui De Lucia ed Emma Calvé cantarono e recitarono in alcune scene di Cavalleria rusticana e Amico Fritz, accompagnati al pianoforte da Francesco Paolo Tosti. 

Nello stesso giorno la regina Vittoria annottava nel suo diario:

 

Abbiamo avuto un intrattenimento meraviglioso. La nuova cantante Mlle Calvé, di cui mi hanno parlato tanto Tosti e molti altri, cantò con un certo Signor De Lucia, che canta spesso con lei. Tosti li accompagnò al pianoforte. Hanno iniziato con il bellissimo duetto delle ciliege dall’”Amico Fritz”. Siamo rimasti subito incantati dalla voce piena, ricca e commovente della Calvé e della sua maniera meravigliosa di cantare senza qualsiasi sforzo. È una donna bellissima. Mi ha chiesto il permesso di ''faire quelques gestes” , nel duetto della “Cavalleria” , fra Santuzza e Turiddu, permesso che ho concesso volentieri. Recitò e cantò nella maniera più bella che si possa immaginare, quasi da farci piangere... “

 

Anche se la critica e una grossa parte del pubblico londinese, non elargisce facili adulazioni, quali De Lucia era abituato sui palcoscenici dei paesi latini, altro non può che porre l’accento e applaudire il trionfo, che egli ottiene il 19 maggio 1893, nella prima londinese di Pagliacci di R. Leoncavallo al Covent Garden, dove lascia tutti senza fiato, per l’eccitazione e l’intensità bruciante che il tenore napoletano esercita nell'interpretare il ruolo di Canio, trionfo che farà di De Lucia una leggenda vivente così radicata, tanto da non essere intaccata, neppure dai trionfi altrettanto notevoli, di Enrico Caruso. Il successo è così completo che gli sarà chiesto di ritornare al Covent Garden anche per la stagioni del 1894, 1895, 1896, 1899 e 1900 quando il 12 luglio, interpreta il ruolo di Mario Cavaradossi nella prima Inglese di Tosca di G. Puccini con Milka Ternina e Antonio Scotti, direttore Luigi Mancinelli. La rivista "Musical Times" scrisse che, la performance di Fernando De Lucia è stata molto efficace e che il suo personaggio era esattamente attinente a quello di Mario Cavaradossi.

Nel 1905 l'impresario Henry Russell lo impegna per una stagione sperimentale al Teatro Waldorf di Londra, dove De Lucia canterà ventisette recite di quattro opere diverse.

 

Nel 1892 Debutta a Vienna.

 

L’11 dicembre 1893 Fernando De Lucia debutta al Teatro Metropolitan di New York come Canio in Pagliacci a fianco di Mario Ancona e Nellie Melba, direttore Luigi Mancinelli (stessi compagni di scena del trionfale successo londinese). Per questo teatro canterà nella stagione 1893/1894 in quarantadue recite di Pagliacci, Cavalleria rusticana (con Emma Calvé), Don Giovanni con Jean Lassalle nel ruolo del titolo e Edouard de Reszke come Leporello, Rigoletto con Mario Ancona e Nellie Melba, Faust con Pol Plançon ed Emma Eames, Carmen con Emma Calvé e Mario Ancona, Amico Fritz con Emma Calvé, La traviata con Lillian Nordica (solo atto primo e atto terzo), Mignon con Emma Calvé. Ha inoltre partecipato a cinque fra concerti e Gala.

Chiude la sua esperienza nel massimo teatro Americano, il 27 aprile 1894 con un Concerto di Gala, dove a fianco di Emma Calvé interpreta il secondo atto di Carmen.

Al contrario degli Inglesi, che come abbiamo visto continueranno a invitarlo ancora nel loro massimo teatro, gli Americani non furono entusiasti e tanto meno apprezzarono l'arte vocale del tenore napoletano. Fu probabilmente per questo motivo che De Lucia dopo questa esperienza, non è mai più tornato negli Stati Uniti.

 

Il 25 marzo 1895, debutta alla Scala di Milano nella prima assoluta di “Silvano” di Mascagni. Torna alla Scala il 15 marzo 1897 per prima milanese di La Bohéme di Giacomo Puccini con Angelica Pandolfini e la direzione di Leopoldo Mugnone, titolo questo per il quale riporterà un successo incontrastato. Nel 1905 sarà il Conte d’Almaviva in Il barbiere di Siviglia con Giuseppe De Luca nel ruolo del titolo e Maria Barrientos quale Rosina.

Nel 1896 va in scena a San Pietroburgo, nel 1899 a Lisbona, nel 1905 al Grand-Théâtre di Monte Carlo con Il barbiere di Siviglia a fianco di Rosina Storchio e Feodor Chaliapine e poi a Parigi per la stagione al Théâtre Sarah Bernardt con compagni di palcoscenico quali, Titta Ruffo, Regina Pacini, Edoardo Garbin, Enrico Caruso, Amedeo Bassi e Giuseppe Kashmann. Tornerà a Parigi nel 1910, questa volta all’Opéra, come Loris in Fedora di U. Giordano, mentre nel 1907 lo troviamo alla Königliche Oper di Berlino in Il barbiere di Siviglia.

 

Fra il 27 febbraio e il 17 maggio 1902 canta al San Carlo di Napoli, tre recite del Barbiere di Siviglia, quattro di Carmen e sei di Fedora, più altre cinque di quest'ultima a Palermo; le ultime due recite al San Carlo (il 15 e il 17 maggio) erano due recite di Manon di Massenet, in cui gli subentrò il debuttante al Teatro San Carlo, Enrico Caruso, ma l’esito non fu felice.

Da maggio in poi, causa un periodo preoccupante per la sua salute non si registrano impegni tranne la sua prima seduta d’incisione per la G&T avvenuta il 30 novembre 1902.

Ritorna alla scena nel gennaio del 1903, al Teatro Politeama di Genova, dove porta al successo il suo Loris di Fedora, ruolo che Mascagni gli aveva personalmente affidato dopo la scomparsa di Roberto Stagno.

 

Ritengo interessante volgere per un momento lo sguardo al repertorio del grande tenore napoletano. Durante i primi anni il suo repertorio consisteva principalmente in opere liriche come La Traviata, Rigoletto, Il barbiere di Siviglia, Mignon, Don Giovanni, Dinorah, Lucrezia Borgia, L'elisir d'amore, La favorita, Linda di Chamonix, L'étoile du nord e anche Semiramide.

De Lucia ha mantenuto in repertorio le prime quattro (Traviata, Rigoletto, Barbiere, Mignon) fino agli inizi del 1900. Tuttavia, già nel 1886, vi aggiunge La Gioconda e, dal 1891 in poi, mostra un crescente interesse per le moderne opere drammatiche come Cavalleria Rusticana, L’amico Fritz, I Rantzau, Pagliacci, Lohengrin, Carmen, Silvano, La Navarraise, La Bohème, Manon, Werther, Iris, Fedora, Tosca e Marcella.

 

Dal 1897 in poi De Lucia si concede lunghi intervalli di riposo, che con il passare del tempo saranno sempre più frequenti. Il repertorio sempre più oneroso e i lunghi “tour de force” che si sottopone (uno per tutti, le venti recite di Iris a Roma e a Milano), lo costringono forzatamente al riposo.

Probabilmente quest’affaticamento vocale lo portò ad abusare dei suoi tanto criticati “vezzi e malvezzi” come certi discutibili “abbellimenti” o “ornamentazioni” risultanti spesso all'orecchio moderno di cattivo gusto o le sue assurde e anti musicali famigerate “trasposizioni” verso il basso.

 

Per le sue ultime apparizioni teatrali lo troviamo al Teatro San Carlo di Napoli, Fedora (Gennaio 1914), Scala di Milano. Bohéme (febbraio 1916), Teatro Adriano di Roma, Fedora (maggio 1916).

Il 9 marzo 1917 da l’addio alle scene con l’ultima di nove recite dell’Amico Fritz, nel “suo” San Carlo, stipato di ammiratori deliranti.

 

Dal 1915 si dedica all'insegnamento del canto presso il Conservatorio di San Pietro a Majella che lo vide giovane studente. Tra i suoi allievi compresi quelli che prendevano lezioni private troviamo: Maria Nemeth, Gianna Pederzini, Peter Raitscheff, Gennaro Barra Caracciolo, Angelo Notariello, e Georges Thill.

 

Il 4 agosto 1921 durante i solenni funerali di Enrico Caruso, la voce di Fernando de Lucia, intona tra le volte della chiesa di San Francesco di Paola il “Pietà, Signore”.

 

Fernando De Lucia, muore a Napoli il 21 febbraio 1925.

 

Lascia una vastissima testimonianza discografica, che si può riassumere in questi termini: tra il 1902 e il 1909 incide per la G&T a Milano (Fra i primi mesi del 1903 ed il 1° ottobre 1904, la G & T. vendette 15.187 dischi di De Lucia, che andavano particolarmente bene in Russia).

Nel gennaio del 1911 incide una serie di 32 canzoni napoletane per la Fonotipia a Milano, viene poi la lunghissima serie di incisioni fatte a Napoli tra il 1917 e il 1922 per la Phonotype Records. Nella sua fruttuosa produzione discografica inciderà in totale quattrocento dischi, un numero impressionante per l’epoca.

 

© Pietro Sandro Beato  2014