Maria Pedrini - Soprano

Maria Pedrini - soprano

 

Nata a Brisighella (Ravenna) 3 febbraio 1910

Morta a Roma l'8 dicembre 1981

 

Figlia di Virgilio Pedrini, ufficiale dei Carabinieri di origine piemontese, la madre invece era originaria della Sicilia, nasce a Brisighella in provincia di Ravenna il 3 febbraio 1910.

Dopo un esame, è ammessa al conservatorio romano di Santa Cecilia e assegnata alla classe del mezzosoprano fiorentino Edwige Ghibaudo (prima principessa di Bouillon in Adriana Lecouvreur a fianco di Enrico Caruso al Lirico di Milano il 6 novembre 1902). Studia nella classe della Ghibaudo per cinque anni, suoi compagni di classe erano il mezzosoprano Cloe Elmo (1910-1962), il soprano Jolanda Magnoni, il baritono Mario Boriello (1913-2005). Si diploma nel 1931, subito dopo partecipa a un concorso di canto a Vienna, dove partecipava anche Kurt Baum, e ne uscirà vincitrice.

 

Debutta ufficialmente il 24 novembre del 1931 quale Elena nel Mefistofele di Arrigo Boito al Teatro Adriano di Roma. Ritornerà a Roma, questa volta esordendo al Teatro Reale dell'Opera il 18 gennaio 1934 nel ruolo della Contessa in Le nozze di Figaro di Mozart, dove in una recita sostituisce il soprano Giannina Arangi-Lombardi (1891-1951).

Seguiranno al Teatro Petruzzelli di Bari, le due Leonore di Il trovatore e La forza del destino; poi la sua prima Norma a Fermo, si afferma inoltre al Massimo di Palermo, all' EIAR (odierna RAI) di Torino. Con l’Ente Radiofonico italiano Maria Pedrini avrà una lunga collaborazione che andrà dal 1935 fino al 1959. In questo periodo canterà per la radio, tra l’altro, in Tannhäuser diretta da Gino Marinuzzi con Lina Bruna Rasa, Antonio Melandri e Carlo Tagliabue, Marouf, ciabattino del Cairo di Henry Rabaud, La forza del destino entrambi con Marinuzzi,  la riesumazione dell' Aroldo di G.Verdi con la direzione di Franco Capuana, Nerone di A. Boito con Aureliano Pertile, Ebe Stignani e Carlo Galeffi, Andrea Chénier con Francesco Merli e Carlo Galeffi, Poliuto di G. Donizetti con Aureliano Pertile, Beatrice di Tenda di V. Bellini con la direzione di Vittorio Gui, Norma, Lucrezia Borgia con la direzione del maestro Tullio Serafin, Cecilia di Licinio Refice, ruolo ereditato dalla "divina" Claudia Muzio, creatrice del ruolo,  che l'aveva personalmente aiutata a concepire il ruolo battuta per battuta.

 

Nel febbraio del 1937 è Aida a fianco di Francesco Merli al Teatro reale dell’Opera di Roma, e nello stesso anno a Ferrara con Aureliano Pertile e la direzione di Gabriele Santini.

Nel 1939 è Leonora in La forza del destino a Parma con Giuseppe Momo e Carlo Tagliabue e poi ancora Leonora, ma quella del Trovatore, a Palermo, dove si alternava nel ruolo con Gina Cigna e Sara Scuderi, ruolo che riprenderà sempre al Massimo di Palermo nel 1941 con Franco Beval quale Manrico.

 

Il 3 ottobre del 1940 ritorna all’Opera di Roma con I vespri siciliani (Elena) a fianco di Pablo Civil, Carlo Tagliabue e Tancredi Pasero, direttore Tullio Serafin, poi nell’ottobre del 1941 sarà Elvira in Ernani con Giuseppe Momo e Carlo Tagliabue e nel gennaio del 1942 Amelia in Un ballo in maschera a fianco di Augusto Ferrauto. Maria Pedrini sarà presente in varie stagioni del Teatro Dell’Opera di Roma fino al 1957.

 

Nella carriera di Maria Pedrini gli anni Quaranta sono fondamentali, tra il 1944 e il 1945 canta quasi esclusivamente al Teatro di San Carlo di Napoli, tra cui: Aida, Tosca, Un ballo in maschera, Cavalleria rusticana, Il trovatore, La Gioconda, La forza del destino, Otello, Adriana Lecouvreur, Andrea Chénier, Norma.

 

Il 12 gennaio 1946 debutta il ruolo di Abigaille (Nabucco) alla Fenice di Venezia a fianco di Gino Bechi e Cesare Siepi, seguiranno Ernani (Elvira 11 maggio) con Giuseppe Momo, Carlo Tagliabue, Cesare Siepi, e nel 1947 come soprano solista nella Nona Sinfonia di L.van Beethoven con Boris Christoff, Elena Nicolai e Giacinto Prandelli e con la direzione di Vittorio Gui.

 

Riprenderà il ruolo di Abigaille anche alla Scala il 26 dicembre 1946 per l’inaugurazione del Teatro dopo la ricostruzione (sempre con Bechi e Siepi). Mentre il 6 dicembre era al Verdi di Trieste quale Elisabetta in Don Carlo dove Filippo II era il basso Nicola Rossi-Lemeni.

Il 15 marzo 1947 è ancora presente al San Carlo di Napoli come Elisabetta in Don Carlo a fianco di Italo Tajo, Carlo Galeffi e Francesco Merli, opera che riprenderà in questo teatro anche nel 1950 con Italo Tajo, Mirto Picchi e Tito Gobbi.

 

Nel febbraio 1948 è Gioconda al Regio di Parma con Arrigo Pola, Mario Basiola, Ettore Bastianini quando cantava ancora nella corda di basso (Alvise). Nel dicembre dello stesso anno canterà anche in Nabucco (Abigaille) con Piero Guelfi quale protagonista.

Dopo gli anni della guerra Maria Pedrini inizia la sua carriera internazionale: Ginevra, Berna, Rio de Janeiro, San Paolo, Barcellona, Bilbao (Norma 1955).

Nel 1950 è al Massimo di Palermo in Don Carlo (Elisabetta) con Tancredi Pasero e nel 1951 è Amelia in Un ballo in maschera con Mirto Picchi e Paolo Silveri.

 

Il 30 aprile del 1951 è Lady Macbeth al Carlo Felice di Genova con Benvenuto Franci nel ruolo del titolo. Ritornerà in questo teatro nel 1953 in Don Carlo con Mirto Picchi e Nicola Rossi-Lemeni. Nell’agosto dello stesso anno canta in Gioconda alle Terme di Caracalla con Giuseppe Di Stefano quale Enzo Grimaldo.

Il 24 e 31 agosto del 1957 chiuderà la carriera con due recite di Aida alle Terme di Caracalla a fianco di Giuseppe Vertecchi (Radamès).

Muore a Roma l’8 dicembre 1981.

 

Angelo Sguerzi nel suo libro “Stirpi canore” (volume secondo) ed. Bongiovanni 1988, pag.46.

Così scrive di Maria Pedrini:

“Credevo di aver ascoltato Maria Pedrini soltanto in Ernani e Nabucco alla Fenice di Venezia, invece un appunto preciso mi ricorda oggi, d’averne udito anche Gioconda; allora scrissi sul libretto il suo nome accanto a quello di Gina Cigna e di Hilde Monti e annotai “bravissima specie nel suicidio”. Ma conviene ricordare che fu in Abigaille e in Elvira che m’accorsi della novità (o quasi); in ruoli di soprano drammatico d’agilità, benché le cantanti fossero molte, nessuna brillava particolarmente (tranne, in parte, la graffiante Cigna) e tutte (Arangi-Lombardi esclusa, che non udii mai, ma Caniglia compresa) quando intonavano ad esempio nel Trovatore “Di tale amor che dirsi” o “Vivrà contende il giubilo”, un poco, tecnicamente, zoppicavano. Lei mi fece ascoltare le migliori agilità di forza che negli anni Trenta e Quaranta si potessero udire, sia nel rabbrividente ruolo del Nabucco che in quello, più sornione, ma tutt’altro che privo di trabocchetti, di Ernani: e ciò, si dica ciò che si vuole oggi, in epoca di Bel Canto, significava e significa far sopravvivere,  intero, il canto romantico. Si sa, poi, che la Pedrini affrontò anche le due Leonore, Amelia-Maria del Boccanegra, la Duchessa Elena dei Vespri e nientemeno che Norma (Accanto all’Adalgisa, per me, di sempre cioè Ebe Stignani, dai colori, appunto sopranili); e se aggiungo che si esibì anche in Beatrice di Tenda, Lucrezia Borgia e Mosè, si arguisce facilmente che si trattò (per allora, poi!) di una vera specializzazione. Infatti in Nabucco salvò, anche alla Scala, situazioni disperate, con la sua bella voce estesa, colorita, duttile”.

 

DISCOGRAFIA

NORMA (selezione) con Ebe Stignani, Gino Penno, Giulio Neri - direttore Francesco Molinari Pradelli

Napoli Teatro di San Carlo 1952 - live - GALA GL 1007564.

 

CECILIA di Refice con Alvino Misciano, Saturno Meletti, Plinio Clabassi; direttore Oliviero De Fabritiis (1955)

Rai di Milano - live - MELODRAM MEL 167.

 

DON CARLO con Mirto Picchi, Enzo Mascherini, Nicola Rossi-Lemeni, Fedora Barbieri - direttore Franco Capuana - Genova teatro Carlo Felice 1953 - live - MELODRAM MEL 34.

 

DON CARLO (selezione) con José Soler, Enzo Mascherini, Nicola Rossi-Lemeni, Fedora  Barbieri - direttore Franco Capuana - Teatro Carlo Felice di Genova 1953 - live - MELODRAM MEL 663.

 

Esistono inoltre alcune facciate incise con l'orchestra Sinfonica di Torino dell' EIAR (odierna RAI) il 25 febbraio 1940 (direttore Ugo Tansini) , e altre registrazioni tratte dai famosi Concerti Martini & Rossi.

 

 

© Pietro Sandro Beato  2017