Maria Farneti - soprano

Maria Farneti - soprano

Forlì 8 dicembre 1877

San Varano (Forlì) 17 ottobre 1955

 

Ultima nata di cinque figlie, venute al mondo dal matrimonio fra Domenico Babini e Clementina.

Giovanissima inizia lo studio del canto presso il Liceo Musicale di Pesaro con la figlia del celebre soprano Luigia Boccabadati (1799-1850), Virginia Gazzuoli.

Notata dal maestro Pietro Mascagni, allora direttore del liceo, dopo aver conseguito il diploma, l’allora ventiduenne Maria, il 29 giugno 1898 ha l’occasione di debuttare ufficialmente al Teatro Persiani di Recanati nella prima assoluta del lavoro di Pietro Mascagni Poema musicale alla presenza del poeta Giosuè Carducci.

 

Il 26 agosto 1899 debutta per la prima volta in un’opera La bohème di G. Puccini al Teatro Dante Alighieri di San Sepolcro in provincia di Arezzo.

Negli ultimi mesi del 1899 si presenta al Teatro Regio di Torino nel ruolo del titolo in Iris di P. Mascagni, ruolo che diventerà un suo “cavallo di battaglia” durante tutta la tutta la carriera. Poi, nel gennaio 1900, sempre a Torino sarà Desdemona in Otello di G. Verdi.

La troviamo in seguito al Teatro Vittorio Emanuele di Rimini nel ruolo  protagonistico in Manon Lescaut.

Il 6 novembre 1900 è al Teatro Comunale di Bologna, impegnata in dieci recite di Iris a fianco di Enrico Caruso e Giuseppe Borgatti che si alternavano nel ruolo di Osaka, Costantino Nicolai (Il cieco), Rodolfo Angelini-Fornari (Kyoto) e con la direzione di Leopoldo Mugnone.

Possiamo far risalire a questo particolare periodo il connubio musicale (e probabilmente amoroso) tra il soprano forlivese e il maestro Pietro Mascagni, relazione, probabilmente confermata dal lascito testamentario di Maria Farneti, indicante, che alla sua morte fossero distrutte tutte le lettere inviatele dal maestro.

 

Il 17 gennaio 1901 al Teatro La Fenice di Venezia, Maria Farneti crea il ruolo di Rosaura nella commedia lirica Le Maschere di Pietro Mascagni, opera rappresentata in simultanea anche al Teatro alla Scala di Milano, al Carlo Felice di Genova, Al Costanzi di Roma e al Filarmonico di Verona.

Ancora alla Fenice il 13 febbraio interpreta il ruolo di Maddalena di Coigny in Andrea Chénier di U. Giordano.

Il 27 novembre porta al Politeama genovese uno dei suoi ruoli preferiti Iris di P. Mascagni a fianco di Giuseppe Cremonini come Osaka, riprenderà l'opera anche al Carlo Felice l’1 gennaio 1902 con Elvino Ventura, seguita il 26 dicembre da La regina di Saba di Karl Goldmark.

Un giornale dell’epoca riporta il seguente giudizio sull'interpretazione del ruolo di Sulamita da parte di Maria Farneti:

 

“..... la signorina Farneti fu applaudita  dal pubblico che già ne aveva apprezzato le qualità di voce e di canto lo scorso autunno al “Genovese”. Anche il tenore Bassi, tanto favorevolmente noto, ebbe le più festose e cordiali dimostrazioni di simpatia e dovette replicare la romanza del secondo atto ch'egli cantò con rara dolcezza.”

 

Prosegue il connubio con Pietro Mascagni, nel settembre del 1902, il compositore porta il giovane soprano in una tournée di sei mesi negli Stati Uniti e Canada, dove artista e compositore raccolgono straordinari successi specie nelle rappresentazioni di Iris.

 

Ritorna in Italia e dal 21 gennaio 1903, partecipa a sedici recite di Lohengrin, dove il tenore Giuseppe Cremonini era il cavaliere del cigno, Bartolomeo Dadone (Telramondo) e Marta Curellich (Ortruda), mentre la direzione era affidata ad Arnaldo Conti.

Qualche mese più tardi partecipa al Teatro de la Opera di Buenos Aires,  alla prima per l’America Latina di Grisélidis di Jules Massenet.

 

Il 17 marzo 1903 debutta al Teatro Costanzi Di Roma, come Alice Ford in Falstaff di G. Verdi con Antonio Magini Coletti nel ruolo del titolo e la direzione di Luigi Mancinelli.

Al Costanzi si esibirà anche in - Mefistofele nel doppio ruolo di Margherita e di Elena con Giovanni Zenatello (Faust), Vittorio Arimondi (Mefistofele) e la direzione di Edoardo Vitale (5.1.1905) - La Walkiria (Siglinda) con Salomea Krusceniski (Brunilde), Luigi Longobardi (Sigmondo), Vittorio Arimondi (Hulding) e Antonio Magini Coletti (Wotan), direttore Edoardo Vitale (24.1.1905) - La Bohème di G. Puccini (Mimì) con Giovanni Zenatello (4.2.1905) - La Cabrera di Gabriel Dupont (Amalia) con Giovanni Zenatello (Pedrito), direttore Edoardo Vitale (12.3.1905) - I racconti di Hoffmann di Offenbach nel doppio ruolo di Giulietta e Antonia, con Reno Andreini (Hoffmann) (8.4.1905) -  L’amico Fritz (Suzel) con Piero Schiavazzi (Fritz), direttore Pietro Mascagni (27.4.1905) - Zanetto di P. Mascagni (ruolo del titolo) con Francisca Solari (Silvia), direttore il compositore (23.5.1905) -  Loreley (ruolo del titolo), con Angelo Marcolin e Mario Gilion (Walter) e Francesco Cigada (Hermann) (16.3.1906) -  Madama Butterfly (Cio-Cio-San) con Italo Cristalli (Pinkerton) e Giuseppe De Luca (Sharpless), direttore Leopoldo Mugnone (25.3.1908) - Sperduti nel buio di Stefano Donaudy (Paolina) con Italo Cristalli (Nunzio) e Giuseppe De Luca (Il duca di Vallenza), direttore Leopoldo Mugnone (8.4.1908) - Lohengrin (Elsa) con Ignazio Dygas (Lohengrin), Domenico Viglione Borghese (Telramondo), Luisa Garibaldi (Ortruda), direttore Pietro Mascagni (17.1.1910) - Iris con Rinaldo Grassi (Osaka) e Aristide Anceschi (Kyoto), direttore Pietro Mascagni (26.2.1910) - Isabeau (ruolo del titolo) con Edoardo Di Giovanni [Edward Johnson] (Folco), direttore Edoardo Vitale (6.2.1913).

 

Il mensile “Art et Labor” numero 5 del 1908, in occasione della prima

rappresentazione di Sperduti nel buio rappresentata al Costanzi, riporta il seguente trafiletto:

 

“Roma. - Al teatro Costanzi va in scena l’8 aprile “Sperduti nel buio”, libretto di Roberto bracco e Alberto Donaudy, musicato da Stefano Donaudy. Opera melodica, passionale, viene accolta con tutto il favore. Esecuzione bellissima, efficace, diretta dal maestro Mugnone. Interpreti signore Farneti, Bergamasco Casali e Contini, e signori Cristalli, De Luca, Carbonetti, Berardi, Bonfanti e De Rosa.

Gli artisti e l’autore hanno cinque chiamate dopo il primo atto, sei dopo il secondo e cinque alla fine dell’opera. Sono specialmente applauditi e rimarcati i pezzi seguenti: duetto di Nunzio e Paolina nell'atto primo, il duetto pure di Nunzio e Paolina dell’atto secondo, fatto replicare, e “l’arioso” del Duca. L’ultimo atto ha fatto molta impressione, sia per l’emozionante dramma, sia per l’efficacia della musica: tutti i pezza applauditi a cominciare dal “ preludio”.

Avendo finiti i propri impegni tanto la signora Farneti, quanto il signor De Luca, li sostituirono dopo la seconda rappresentazione la signora Boccarusso ed il signor Cigada, ottenendo molti applausi. La signora Boccarusso, nella difficile parte di Paolina, si dimostrò una interprete meravigliosa, anche per la bella ed estesa voce di soprano drammatico”.

 

Il 20 dicembre del 1905 debutta al Teatro di San Carlo a Napoli con Tosca a fianco di Fernando De Lucia e la direzione di Ettore Panizza.

Il 24 gennaio del 1906 il maestro Giacomo Puccini la volle interprete della prima locale al San Carlo della sua Madama Butterfly. Il successo riportato da Maria Farneti in questo lavoro del maestro lucchese, particolarmente dopo la prima locale al Costanzi di Roma, sarà tale, che accompagnerà il soprano per tutta la carriera rendendola la Butterfly ideale accanto alle celebri "rivali" Rosina Storchio ed Emma Carelli. Per l’occasione il maestro Puccini invia al soprano un caloroso messaggio: 

 

 “Parto domattina e porto nell'animo la più viva ed intensa impressione della sua soave e viva impersonificazione di Butterfly! E voglio dirle tutta la mia più grande e completa ammirazione e porgerle i ringraziamenti miei più riconoscenti. Si abbia una cordialissima stretta di mano e augurandomi di rivederla presto, mi dico suo aff.mo Giacomo Puccini.”

 

C’è da credere, che tra il compositore e la Far­neti, fosse nata o stesse per nascere, non solo, una simpatia ma una vera e propria relazione, che non si sarebbe certo limitata a una “cordialissima stretta di mano”, tuttavia se avvenuta, non può essere documentata avendo la Far­neti riservato alle successive lettere di Puccini, lo stesso destino di quelle ricevute da Mascagni.

L’estrema riservatezza con cui Maria Farneti custodiva la sua vita privata, ha fatto sì, che nemmeno la presunta relazione con il maestro Arturo Toscanini, abbia lasciato tracce, il quale per altro avrebbe continuato a frequentare fino agli anni trenta la casa della Farneti, diventata nel frattempo moglie dell’avvocato Luigi Riboldi e dopo il matrimonio definitivamente ritiratasi dalle scene.

 

Nel 1909 scelta dal maestro Pietro Mascagni canta al castello di Racconigi nel quartetto del Rigoletto con Armida Parsi-Pettinella, Titta Ruffo e il tenore Rinaldo Grassi alla presenza dello zar di Russia e dei reali d’Italia.

Maria Farneti terrà in seguito numerosi concerti, tra i quali si possono qui ricordare i più importanti: quelli alla reggia di Capodimonte alla presenza dei duchi d’Aosta, al Teatro di San Carlo a Napoli, accompagnata al pianoforte da Francesco Paolo Tosti, All'Augusteo di Roma e al Teatro Regio di Torino.

 

Fin dall'inizio del 1900 il soprano forlivese seppure avviata ormai a una sfolgorante carriera nel repertorio più popolare, trova il tempo e la volontà per avvicinarsi a titoli più inconsueti come “La Contessa di Egmont”di Raffaello Lazzari - “Griselidis” e “Hérodiade” di Massenet - “Miran­dolina” di Antonio Lozzi - “Aurora” di Ettore Panizza - “Abul” di Alberto Nepomuceno - “Edmea” di Alfredo Catalani e, le già citate: “La Regina di Saba” di Karl Goldmark - “Cabrera” di Gabriel Dupont - “Sperduti nel buio” di Stefano Donaudy, alcune di queste espressamente preparate per Buenos Aires.

 

Tra il 1906 e il 1907 Maria Farneti si produce in appassionanti esibizioni di Madama Butterfly, Walkiria, Wally e l’immancabile Iris.

Canta al Teatro Massimo di Palermo in: Madama Butterfly (1906 e 1907) - La Walkiria (Brunilde) e in La Wally, entrambi nel 1907.

Qui la sua raffinata bellezza fu notata da Vincenzo Florio, l’ideatore della leggendaria gara automobilistica “Targa Florio”, che non rinunciò a corteggiarla affascinandola con la sua sfavillante auto sportiva conducendola a folle velocità per le strade di Sicilia.

 

Conosce a Milano Luigi Riboldi, che sarà suo futuro marito, avvocato e impresario teatrale, fu anche direttore del Teatro Lirico di Milano. Il futuro marito pretenderà, che Maria Farneti abbandoni la scena lirica, fatto che puntualmente avvenne, Maria Farneti lascerà quindi la carriera teatrale con una recita di La rondine di G. Puccini al Teatro Dal Verme di Milano.

Il matrimonio fu celebrato il 20 gennaio 1918 a Paderno Dugnano in provincia di Milano, la coppia si trasferirà poi in una sontuosa villa a Brunate in provincia di Como.

 

Nel periodo 1931/32, all'età di cinquantaquattro anni, dopo una lunga lontananza dalle scene liriche, Maria Farneti decide improvvisamente e con coraggio, di incidere alcuni dischi con il nuovo sistema d’incisione elettrico per la Columbia, aggiungendo così un più completo compendio ai dischi che, in gioventù aveva inciso con il primordiale e penalizzante sistema acustico per la casa discografica Fonotipia di Milano.

Di queste ultime incisioni il musicologo Rodolfo Celletti avrà a scrivere:

 

“Eccellenti sono i Columbia elettrici incisi nel 1931-32. Sebbene la Farneti avesse passato la cinquantina, la voce conserva una freschezza e una lucentezza quasi miracolose e si piega a modulazioni preziose ed accenti toccanti. Uno di questi dischi (“Io pingo” dell’Iris) è, poi, eccezionale sotto ogni aspetto.”

 

Il 17 ottobre 1955 Maria Farneti muore all'età di settantotto anni, nella Villa di San Varano in provincia di Forlì, logorata dall'arteriosclerosi.

 

 

nel 2015 è stato pubblicati un libro di Roberta Paganelli dal titolo:

 

Maria Farneti
Nel cielo di Puccini e Mascagni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 © Pietro Sandro Beato 2019