Giacomo Lauri Volpi - (cronache)

 

 

L’affermazione di un grande tenore:

GIACOMO LAURI-VOLPI

 

 

La trionfale sua tournée nell’America del Sud, colla Compagnia di Walter Mocchi. - I successi grandissimi, di vera rivelazione, a Rio Janeiro, a San Paulo e a Buenos Aires. - L’entusiasmo immenso della stampa politica, delle singole città, nelle opere: Manon, Rigoletto e Barbiere. - Il confronto con i tenori Marconi e Gayarre. - Il fanatismo grandissimo suscitato al Rossetti di Trieste, nelle opere: Manon e Rigoletto. - Le impressioni della stampa triestina.- Nuovo successo clamoroso, al Politeama Genovese, nel Rigoletto. - I giornali proclamano “la sua voce meravigliosa” aggiungendo “che da tempo non si era visto una sala così vibrante di applausi e di acclamazioni”. - Altro memorabile trionfo, pure nel Rigoletto, al nostro teatro Dal Verme. - Il plebiscito entusiastico di tutta la stampa politica. - Il Corriere della sera scrive  “che la sua voce fresca, timbrata, sicura ed ampia, dominò tutta la sera, e costituì l’elemento prepicuo del successo”. - La Sera dice “Udendo Lauri Volpi tornano al ricordo Masini e Gayarre”. - Il suo nuovissimo trionfo al Comunale di Bologna nel Rigoletto. I giornali scrivono “che i suoi mezzi vocali sono semplicemente meravigliosi: la facilità e la sicurezza nell’emissione, la bellezza del timbro, l’estensione straordinaria della voce, unitamente a qualità d’interprete veramente singolari” aggiungendo che “l’accoglienza del pubblico bolognese è stata delirante specialmente nella “Ballata” e nella “Donna è mobile” che dopo un vero pandemoio suscitato dall’orchestra che aderire alla richiesta di bis, è stata ripetuta tra scoscianti applausi. La sua scrittura al Teatro reale di Madrid. - Altri nuovi successi alle viste. - Una grande carriera, che conferma anche la bontà del suo maestro di canto Cesare Morini, che fu fra i migliori allievi del celebre Cotogni, e che lo iniziò così splendidamente all’arte.

 

Di seguito alcune recensioni  da: 

Rio de Janeiro - San Paolo del Brasile - Buenos Aires - Trieste - Genova - Milano.

 

 

                                           RIO JANEIRO (Brasile)

 

JORNAL DO COMMERCIO:- Vimos hontem, no emtanto que tiveram razao os criticos florentinos e romanos. Esse tenor e, na verdade, o assombro do futuro e differe de tudo quanto tem ouvido as generacoes de trinta annos para esta epoca. È rarissimo, e o Sr. Lauri Volpi o faz, en um tenor tornar uma aguda, la ou si natural, emittil-a em som “filado”, amplal-o atè o maximo de sua capacidade sonora e, em seguida, “smorzar” atè o fio de voz, junto de partita. Fazem  isso as vozes remininas, mas nem todas, e è facil no violino, por exempio: mas raros tem sido os tenores com essepredicado entre os que aqui tem vindo.

Lembramo-nos apenas de Marconi  e Gayarre; mas este tinha a voz um tanto anazalada a aquelle cantava sempre muito fechado, sem a frequenza e espontaneidade do Sr. Lauri Volpi que, alem desse dote natural, dispoe de intelligencia e illustacao em virtude do seu diploma de advogado.

O grande triunpho alcancado por esse artista foi a execucao do “sonho”, a fio de voz de timbre agradabilissimo e um si natural purissimo, filado, notando-se que Caruso dava esse nota em som mixto.

O “Sonho” foi bisado e o Sr. Lauri Volpi accedeu para cantal-o de modo differente e talvez com effeito menos sympathico para o auditorio.

 

LA PATRIA DEGLI ITALIANI: -  Se si aggiunge che il pubblico, sempre esigente, dopo di aver udito ed applaudito De Muro e Gigli, attendeva dal nuovo cantante la rivelazione di doti soprannaturali, si comprende facilmente che l’animo degli  spettatori era disposto a giudicare con severità. Lauri Volpi  invece si dimostrò così sicuro di sé fin dalle prime scene, che il pubblico prima ne rimase stupefatto, poi si convinse che aveva dinanzi un Des Grieux come non ne erano ancora apparsi da noi.

Le meravigliose doti vocali di Lauri Volpi infatti, la sua arte squisita, la padronanza assoluta della scena furono applaudite delirantemente dal pubblico.

 Il “sogno”, cantato con un filo di voce bellissimo, suscitò un vero entusiasmo e gli applausi si prolungarono ininterrotti, fino a che non fu concesso il “bis”.

Chiamato alla ribalta alla fine di ogni atto, il Lauri Volpi costituì il più autentico successo della serata.

 

                    

SÃO PAULO  (Brasile)

 

FANFULLA:- Barbi ere, Manon e Rigoletto. - Diciamo subito che ieri sera, ha rivelato mezzi vocali di tale bellezza da destare un vero stupore.

      La sua voce è chiara, dolcissima, facile a tutte le modulazioni, morbida, insinuante, piena si sfumature delicatissime, pur sapendo raggiungere il registro acuto con piena sicurezza, una di quelle voci vellutate che formano la delizia del pubblico e che stanno diventando sempre più rare.

 Giovane simpatico, distinto, colto, ha gittata al fuoco la laurea di giurisprudenza attratto dal fascino dell’arte ed egli è infatti un artista noto che in breve tempo raggiungerà le più alte vette. Egli ha cantato ieri sera la serenata con tale finezza d’inflessione e pastosità di voce da meritare calorosi applausi a scena aperta, applausi che si ripeterono in altre scene. Nel complesso l’impressione del pubblico è stata ottima ed attende ora di confortarla con altre audizioni.

 

 

                                           BUENOS AIRES (Argentina)

 

ITALIA DEL POPOLO:-  È d’uopo riconoscere che l’esecuzione costituisce un’attrattiva per il pubblico che si delizia ascoltando i gorgheggi dell’Ottein, una Gilda assai carina; i lazzi del buffone gobbo, che si tramutano appresso in accenti di dolore e d’ira, che il Segura-Tallien rende con verità ed efficacia; le promesse d’amore del volubile e spensierato  Duca di Mantova, incarnato in modo insuperabile dal giovane Lauri-Volpi, che anche ieri sera dovette bissare la ballata famosa del quarto atto tra i fragorosi applausi del pubblico.

 

 

                                            TRIESTE (Italia)

 

ERA NUOVA:- Manon -  Giovane

all’arte il Lauri Volpi spiegò la bellissima voce, uguale ed estesissima, di un timbro argenteo, sfumata in vezzi carezzevoli quando si sofferma in sogni o in esaltazioni di ricordi. Da prima in po’ incerto in qualche suono, coll’accalorarsi conquistò tutto il favore di pubblico non  ignoto a lui nei grandi teatri.

Rigoletto -  Due figure ebbero risalto come antitesi del romantico dramma victorughiano. Il padre, che serba ancora tanta virilità da possedere accenti fremebondi e spasimi di dolore in artista, che portò da lungo tempo ovunque glorioso il nome dell’arte italiana: Mattia Battistini. Di fronte a lui il giovane spavaldo, che si avvia a conquistare un posto primario colla freschezza invidiabile di mezzi vocali, profusi dal Lauri-Volpi, colla spensieratezza di che può prodigarli. Il pubblico si scosse, animandosi da prima mercè la voce del tenore, saliente sì pura e spontanea, fino allo squillo del re bemolle, lanciato in chiusa del duetto, gareggiando col metallo squillante del soprano.

Il Lauri-Volpi conquistò un successo quanto mai lusinghiero e caloroso. Come spontanea sgorgò la sua voce, come vibrò calda nei centri, di fresco timbro nelle acute che, prese con metallo vibrante, sanno bene smorzare, mentre pure sono capaci di bel canto filato.

La sua dichiarazione amorosa ebbe slancio; fu elegante nelle canzoni folleggianti e ne portò la cadenza caruseggiando.

Per bellezza di voce questo artista si eleva al rango dei migliori che oggigiorno vanti il teatro lirico; il suo canto è terso, luminoso, facile, con certe espansioni di suono, graduato con precisione per l’effetto sonoro; è un canto dolce e squillante, calmo e robusto; qualità e quantità.

Si ascoltano spesso buone voci, raramente si ascolta un bel canto; si sono applaudite belle voci, bene intonate, ma prive di suoni armonici, di timbro incerto; più spesso ancora si sono applaudite voci poco intonate, ma di volume e resistenti nello squillo della nota acuta, voci piene di qualità e di difetti; nella voce di Lauri-Volpi difficilmente si troverebbe una alterazione o una deficienza. E il pubblico fu così sorpreso dell’arte di questo cantante, che l’applaudì con trasporto e con con vinzione.

Lì applaudì commosso, felice di aver trovato un nuovo idolo. Dovette replicare la ballata del primo atto, quella del quarto e fu richiesto di altri bis non concessi.

 

 

                                          GENOVA (Italia)

 

IL CITTADINO: -Il successo, decretato da una folla di pubblico imponentissimo, è stato più che completo, e destinato a ripetersi nelle repliche successive. Il pubblico ha avuta la grata sorpresa di trovare nel giovane tenore Lauri-Volpi  una splendida promessa  per l’arte lirica, una di quelle voci così ricche di pregi reali da legittimare ogni più felice pronostico. E non ha mancato di esprimere con grande calore la sua soddisfazione, applaudendo con entusiasmo e reclamando la replica delle più note romanze. La voce del Lauri-Volpi è veramente bella, maschia e squillante, estesa nel registro acuto, oltre i limiti ordinari, esuberante di sonorità, mentre si piega altresì morbidamente alle più tenui modulazioni. L’artista ne usa con agilità e disinvoltura, guidato da buone doti di intuito e naturalezza nell’azione drammatica.

 

SECOLO XIX: - Rigoletto - un bellissimo pubblico ieri sera alla ripresa del Rigoletto e un successo magnifico. Infatti questa nuova edizione merita tutto il favore per l’assieme accuratissimo e per la valentia dei principali artisti.

Il tenore Lauri-Volpi si rivelò fin dal primo atto cantante di prim’ordine: ha una voce nitida, estesa e resistente, dizione corretta e sicurezza di scena, qualità che gli permettono di superare ogni difficoltà e di raggiungere i migliori effetti. Ebbe frequenti applausi e ovazioni al proscenio.

 

 

                                                MILANO (Italia)

 

IL CORRIERE DELLA SERA:-  Ma una lieta sorpresa era riservata al pubblico: la conoscenza col tenore Lauri-Volpi. Non si esagera parlando di una rivelazione: il Duca di Mantova cantò  ieri sera ed agì con insolita eleganza, sfoggiando una voce fresca e sana, che balza sicura al più squillante acuto. Dalla ballata in poi, il Lauri-Volpi riscosse acclamazioni entusiastiche, sollevò richieste di bis che, non concessi, provocarono frequenti clamori, invero un’artista non poteva aspirare a più lusinghiero battesimo; questo giovane tenore possiede qualità indiscutibili per affermarsi.

La sua voce fresca, timbrata, sicura ed ampia dominò ieri sera e costituì l’elemento precipuo del successo.

 

IL SOLE:- Infine una vera rivelazione apparve il tenore Lauri-Volpi, che ha una voce magnifica, capace di confondere ogni critica colla perfezione tonale del suo canto: artista distinto, a cui s’abbandona, riuscendo perfino a ringiovanire la frusta parte del Duca di Mantova. Il grosso applauso chegli toccò fino dalla notissima aria di sortita, si rinnovò quasi ad ogni pezzo da lui cantato lungo l’opera e specialmente dopo la Donna è mobile, che il lauri-Volpi canta come pochissimi altri.

 

(Tratto dalla Rivista Teatrale Melodrammatica n°2795 del 13 gennaio 1921)

 

 

                                                                              ****

 

GIACOMO LAURI VOLPI

e i suoi trionfi all'Estero e in Italia

La solenne sua consacrazione a Parigi e a Londra

Accoglienze trionfali a Venezia, a Treviso, a Trieste, a Bologna

I giudizi entusiastici della stampa

 

 

Della grande personalità di Giacomo Lauri-Volpi non si può parlare se non con sentimento di ammirazione profonda e di riconoscenza. Egli è il rappresentante illustre dell'arte italiana, il divulgatore efficace del nostro genio musicale, il paladino sicuro che all'Estero difende la nostra rinomanza e le nostre tradizioni.

 Figura davero eminente di artista e di uomo: figura che non potrà essere dimenticata, perchè una delle più forti e delle più caratteristiche del teatro nostro e degna di rimanere - come gloria e come esempio - nella storia del teatro internazionale.

Di artista e di uomo, abbiamo detto: ben a ragione.

Che se il pubblico ammira in Lauri-Volpi il grande e completo artista, suscitatotr delle più belle sensazioni, non ci può essere italiano che non ammiri e veneri in lui l'eroe che ha dato alla guerra tutta la sua passione, tutto il suo fervore di patriota. Giacomo Lauri-Volpi  - o per essere più esatti  - il capitano Giacomo Lauri-Volpi si è guadagnato sul campo alte decorazioni al valore e si è distinto in atti eroici che la purissima sua fede d'italiano e di soldato gli fece considerare manifestazioni del dovere compiuto.

In occasione del suo recente debutto a Roma a Giacomo Lauri-Volpi pervenne la seguente lettera - specialmente cara al suo cuore - da parte del Capitano irredento Mayer - al quale in guerra il celebre tenore aveva salvato la vita:

 

Asti, 25 novembre

Caro Volpino,

Sono in Asti in licenza e per caso mi capita in mano la "Rivista Melodrammatica" in cui, dopo tanto tempo, vedo la tua faccia e questo modestissimo titolo: "Una grande rivelazione: Giacomo Lauri-Volpi" e la relazione del tuo grande trionfo al debuttissimo al Costanzi cinque anni fa.

Tu capisci, Volpi, che sai quali sono i miei sentimenti verso di te, tu capisci quanta commozione, quanta esultanza traboccante di affetto, abbia provato il mio cuore!

Ricordi il tuo arrivo in trincea sul Podgora? E il tuo primo debutto alla mensa di battaglione con "La Bohème" pochi giorni prima delle grandi catastrofi dei Gialli? Pochi giorni prima di quello che hai salvato dalla morte la carogna vivente che ora ti scrive?

E quando col XXVI° Corpo, al povero Generale Alfieri che si rallegrava di quanto mi avevi fatto, nel teatrino piccolo e grigio-verde, con un frak che avevi trovato forse da qualche segretario comunale, hai tanto commosso col tuo canto i valorosi che ti udivano?

Sono proprio contento di questa tua meritata fortuna; non trovo parole per dirti meglio questa gioia; ma voglio che in questo momento ti giunga con rinnovato amore un abbraccio dal

 

Tuo buon Chellini

Anzi Mayer come mi chiamavate

Addio, addio, e tanti tanti augurissimi.

 

 

La rievocazione di questi episodi guerreschi ingigantisce presso di noi la figura anche dell'artista: poichè vorremmo che nell'anima di ogni artista - ossia di un essere superiore - alitassero quei sentimenti di abnegazione, di suprema devozione verso ideali purissimi che sono proprio del nobile cuore di Giacomo Lauri-Volpi. Il quale dopo la parentesi eroica, ha ripreso con energia nuova e con rinnovata fede, il cammino nella via dell'arte: cammino che lo ha portato a conquistare una posizione di assoluta preminenza. Egli ha dato prova in questi ultimi tempi di una attività instancabile: onde ci riesce difficile evocare sia pure brevemente i suoi successi più significativi. D tutti vorremmo parlare, perchè tutti rappresentano una fulgida vittoria del cantante magnifico e dell'attore potente: l'artista che non conosce limiti ella esplicazione della sua arte, poichè tutto può fare, e tutto meravigliosamente fare. In questi tempi di "specializzazioni" in cui vediamo ridotto il repertorio degli artisti a tre o quattro opere dello stesso genere, Giacomo Lauri-Volpi rappresenta la bella e luminosa eccezione. Al pari dei grandi  scomparsi - e facciamo volentieri i nomi di Gayarre, di Tamagno e di Caruso - egli può presentarsi in qualunque opera del repertorio: dai "Puritani" al "Re di Lahore"; dal "Rigoletto" all'"Aida"; dall'"Elixir d'amore" alla "Tosca" prodigando quel tesoro di voce vigorosa e dolcissima, che egli sa piegare con maraviglioso controllo dei suoi mezzi,ad ogni sfumatura e ad ogni delicatezza.

I recenti successi di questo grande artista - che trovasi ora nel periodo aureo di una carriera che fu sempre fulgidissima - lo collocano su un piedestallo sul quale soltanto i "divi" possono rimanere.

A Parigi, nella "Tosca" e nel  "Rigoletto" egli ottiene forse il trionfo più completo della sua carriera d'artista. Egli profuse sensazione profonda non solo nel pubblico ma tra tutti i competenti. Cecil Sorel, la grande attrice, e il poeta Maurice Rostand vollero testimoniargli la loro ammirazione. Egli ebbe pure vivi complimenti dall'ex Presidente della Repubblica Millerand. La critica fu addirittura osannante:

 

PARIGI (Francia)

FIGARO

Lauri Volpi est le ténor revé: ce jeune homme ne se [parola illeggibile, n.d.r.] pas de lancer à plein gosier les notes le plus élevées de sa voix an timbre marveilleux; il sat semer de l'écat et des clairs-obscurs dans son chant; il sait chanter à la perfection et il est dramatique à souhait. Son air d'aparition a été bissé: la lamentation du dernier acte le fut aussi;  on ne se lassait pas d'entendre cet organe souple et aisé, caressant et puissante qui égale Lauri Volpi aux ténor le plus réputés et fa't souvenir de la voix de Caruso.

 

L'INTRANSIGEANT

Neus [parola illeggibile,n.d.r.] Mary Garden; la grande artiste donne au personnage de Floria Tosca une allure passionnée qui électrise la foule. Nous connaissions Vanni Marcoux, c'est Scarpia d'une rare autorité, qui réussit à donner le ton d'une tragedie lyrique au drame conventionnel de Puccini. Mais nous ignorions encore M. Lauri_Volpi,  Or. M. Lauri_Volpi est la grande "révélation" de cette saison. C'est un ténor que la nature a doté d'une voix superbe, qu'il conduit avec une rare aisance, sachant mettre en valeur la force et l'ampleur de son organe, sachant également nous conquérir par le charme de son timbre dans la demi-teinte. Quel dommage de ne pouvoir garder M. Lauri-Volpi à Paris!

 

NEW YORK HERALD PARIS  (Corrispondenza)

Il tenore Lauri-Colpi [sic Lauri-Volpi] ebbe gli onori della serata. Rifulse assai più degli altri ed il pubblico parigino ben dimostrò questo facendogli manifestazioni di vivo entusiasmo. Egli è un provetto attore e la sua voce è carusiana.

 

PARIS-SOIR

C'est un peu la faute, enfin, de M. Lauri-Volpi… Qui, certes, malgré le grand succès qui l'à fété, et jouit dédiant, [parola illeggibile, n.d.r.], l'aise, la joie physique du public.

M. Lauri-Volpi a, universellement, la réputation d'un tenor brillant et gracieux, doté d'une voix extraordinaire. Il mérite sa réputation. Sa voix est, en effet. Fprt belle. Elle est longue, homogéne, pleine, ardente, claire; elle escalade les plus hauts sommets accessibles au ténor avec une aisance oú

 La nature se joue, comme amusée d'elle même. Elle est apte à la puissance comme au charme. Et, dans les demi-teintes certe voix chose est exquise à débaucher les coeurs.

M. Lauri-Volpi est done doué pour chanter le mieux de monde. Quand il veut bien ne pas déchoir prestigieusement de la dignité du véritable interpréte, du véritable artiste donc - comme, par exemple, au II acte - il chante, en effet, le mieux du monde.

 

L'INTRASIGEANT

On a, dans tute la presse, crié à la "révélation" au sujet du ténor Lauri Volpi présenté cette semaine dans Rigoletto à la Gaité Lyrique et qui doit chanter La Tosca vendredi aux cotés de Mary Garden.

Lauri Volpi, né à Rome n'a que vingt-sept ans, et dejà, en italia comme aux Etats-Unis, il est très connu.

Il ne semblant pas destiné au théatre, et ses premiéres études furent celles du Droit; il ya quelques annés, il était avocat. Mais il aimait la musique, le Théatre, et il n'eut pas de peine à écouter ceux qui lui conseillerent d'utiliser ses exceptionelle qualités vocales. Ses nouvelles ambitions n'ont été trahies.

 

GAULOIS

Ce n'est pas de "Rigoletto" qu'il sera question,  mais du Ténor Giacomo Lauri Volpi, qui avait chanté il y la quelque années à Monte Carlo, mais qui a été pour Paris une véritable révelation dan la Duc de Mantoue. Depuis Caruso, nous n'avions entendu un artiste pareil: sa voix est une véritable séduction par sa clarité argentine dans la force, par son moelleux velouté en possesion d'un admirable organe, il sait s'en servir: il dit le récitatif de la facon la plus vive et la plus animée pour arriver à donner au chant toute son ampleur; le succès de M. lauri Volpi à dés l'air d'entrée du premier acte qui a été bissé, pris les proportions d'un triomphe: il s'est renouvelé au duo du deuxiéme acte; dans la cavatine du dernier acte, La donna è mobile, le jeune tènor dédaignant l'habituel  "l" qui termine l'air a lancé un "re" dont la Justesse et la netteté a fait trépignar l'auditoire. J'ajouterai que M. Lauri Volpi est élegant et qu'il met de l'action dans son jeu. Pour la moment, il a conquis la réputation italianne et americaine; il est à la veille de la célébrité mondiale.

 

THE NEW YORK HERALD - PARIS

Il tenore Lauri Volpi come Mario Cavaradossi  trasportò l'uditorio prontissimamente ottenendo ovazioi e richieste di "bis" al Recondite armonie. La sua voce è di stupendo suono metallico, vigorosa, talvolta commovente per morbidezza, e l'arte scenica insuperabile. In brevi termini, Lauri Volpi è un ammirevole cantante. Il trionfo di questo tenore senza macchia, crebbe in proporzione allo svolgersi dello spettacolo, il pubblico non seppe contenere l'entusiasmo e Lauri Volpi dové ripetere  Lucean le stelle all'ultimo atto. Noi siamo d'accordo con il pubblico, anzi avremmo desiderato che il celebre tenore cantasse questa romanza per una terza volta, tanto bene era riuscito il "bis".

 

[n.d.r.] La cattiva qualità di stampa non permette una lettura ottimale del giornale, pertanto qualche vocabolo della lingua francese potrebbe non essere compiutamente corretto.

[n.d.r.] Le recite qui descritte sono state eseguite al Teatro Gaité Lyrique di Parigi: RIGOLETTO,  27 Maggio 1925 - 3 recite  /  TOSCA 5 giugno 1925 - 3 recite)    

 

     

 LONDRA (Inghilterra)

 

Il suo successo nell'"Andrea Chénier" al Covent Garden è di quelli che basterebbero da soli a creare l'assoluta celebrità di un artista. Fu un delirio.

Leopoldo Mugnone, nei giorni di prova dell'"Andrea Chénier" nel grande teatro londinese fece dono al Lauri-Volpi d'una "aggiunta" fatta già per Tamagno, nel secondo atto dell'opera, accompagnandola con queste parole:

"Aggiunta fatta per Tamagno all'Opera di Buenos Airers e da me data con entusiasmo al grande artista nato G. Lauri-Volpi. - Leopoldo Mugnone".

Anche la critica londinese non fu meno entusiasta di quella parigina:

Protagonista di questa nuova edizione dell'Andrea Chénier è stato Lauri Volpi, un tenore possessore d'una voce che sommamente esprime e diletta non solo colla bellezza delle note acute, ma in tutto il complesso della sua gamma. Egli può fare nei "diminuendo" e nei "crescendo" quello che pochi possono fare. Il suo esito merita la qualifica di "meravigloso". E la cronaca deve registrare le richieste di "bis" che furono rivolte all'artista alla fine della eloquente pagina di Chénier nel primo atto.

 

THE DAILY TELEGRAPH

All'Opera Reale si è dato Andrea Chénier di Giordano. Questa opera, riesumata dopo quasi vent'anni, ieri sera al Covent Garden, recò al pubblico un senso di vero godimento e il pubblico, dimenticando la propria severità nella espansione per gli applausi, iersera invece di aspettare la fine degli atti per applaudire, scoppiò in manifestazioni di entusiasmo durante la rappresentazione. Il tenore Giacomo Lauri Volpi, nuovo al nostro pubblico, riuscì col suo suggestivo accento, colla potenza della sua voce tonante e magnifica e con note acute sorprendenti a destare nel così detto  Improvviso tale sensazione da far prorompere l'udienza in acclamazioni lunghissime, che durarono qualche minuto con domande di "bis", che il direttore signor Mugnone ritenne di non dover appagare. L'aria non fu ripetuta, ma il cantante dovette inchinarsi più e più volte a ringraziare il pubblico, divenendo ad un tratto un eroe, come veramente si meritava. La sua è veramente una voce gloriosa, di bella qualità, con accenti di tenerezza e con fuoco intenso drammatico. Tutte le risorse che una voce può avere sono a sua disposizione, con tutte le varianti di sfumature e di mezze voci.

 

DAILY NEWS

Un Direttore che abbraccia il cantante.

Sebbene l'opera possa sembrare comune nella sua struttura musicale e scenica pure ebbe un grande successo, dovuto anche al grande protagonista che la cantava: Lauri Volpi. Egli è un tenore di voce potentissima e fin dal primo cantare si affermò con un grande successo. Al così detto improvviso il pubblico scoppiò in un uragano di applausi che si è ripetuto in tutti i pezzi principali da lui cantati. L'entusiasmo raggiunse il massimo grado, quando essendo gli artisti rievocati al proscenio, il maestro Mugnone abbracciò Lauri Volpi in segno di grande soddisfazione per la sua interpretazione.

 

THE MORNING POST

Il Signor Giacomo Lauri Volpi fece il suo debutto inglese al Covent Garden nell'opera di Giordano Andrea Chénier in qualità di protagonista. La sua arte come la sua voce è di forte fibra; conosce la tecnica del successo e sa disporre di mezzi efficacissimi senza esitazione.

 

THE DAILY TELEGRAPH

Tralasciamo le nostre impressioni sulla musica e sul libretto e diciamo solo che sino al calare delle cortine siamo rimasti al nostro posto lasciando da parte quasi tutte le nostre abitudini su la nuova maniera di agire in opera. Il tenore Lauri Volpi nuovo per le nostre scene, venuto con grande fama, cantò il suo primo pezzo in modo da tenere il pubblico delirante per più minuti richiedendo il "bis" che il maestro Mugnone non volle concedere. Il celebre tenore dovette continuamente chinarsi a ringraziare fino a che la calme fu ristabilita. In questo modo il Lauri Volpi divenne un eroe pel pubblico e meritatamente. Egli possiede voce veramente splendida di bellissima qualità, ha fuoco drammatico e tenerezza passionale, colorisce e canta con finezza inarrivabile.

[n.d.r.]  Londra, Covent Garden  6 luglio 1925. 3 recite.

 

 

In Italia Giacomo Lauri-Volpi ha cantato in questi ultimi tempi, a Venezia i "Puritani", a Treviso l'"Andrea Chénier", a Trieste ancora l'"Andrea Chénier" e al Comunale di Bologna "Tosca". Ognuna delle recite di Giacomo Lauri-Volpi ha costituito il più solenne avvenimento artistico. Il solo annuncio del nome….. magico faceva riempire le sale di un pubblico elettissimo ed entusiasta.

A Venezia nei "Puritani", Giacomo Lauri-Volpi - secondo l'espressione di un critico locale - ha trionfato come voleva. La finezza del suo stile meravigliò quanto l'ineguagliabile bellezza della sua voce: grandissimo cantante, superbo interprete:

 

VENEZIA (Italia)

 

LA GAZZETTA DI VENEZIA

Il terzo spettacolo della stagione autunnale al Malibran, I Puritani di Vincenzo Bellini, ha avuto iersera uno schietto successo per merito del tenore Lauri-Volpi, per la efficace concertazione del maestro Fugazzola e per la ottima collaborazione del baritono Antenore Reali e del Basso Olaizola.

Il tenore Lauri Volpi ha trionfato come voleva; cantando splendidamente tutta la sua complessa e difficile parte; delizioso nelle mezze tinte liriche, accentuò con grande e travolgente ampiezza e robustezza di mezzi tutte le frasi drammatiche trascinando l'uditorio a lunghe acclamazioni deliranti e a richieste insaziabili di "bis". E il Lauri Volpi, ch'è sì un tenore di grande stile ma anche un generoso signore della voce, accondiscese volentieri alla replica della celebre aria del secondo atto. Le chiamate al proscenio dirette particolarmente a lui non si contano. Ed egli costituirà certo, per l'insieme della sua interpretazione, una chiamata irresistibile per il pubblico alle repliche dello spartito belliniano.

 

IL GAZZETTINO

Con Giacomo Lauri Volpi, il tenore di gran fama che già altra volta con la stessa opera ha trascinato all'entusiasmo il pubblico del Malibran, la melodiosa opera di Vincenzo Bellini ha ottenuto anche iersera un successo calorosissimo che si è accentuato naturalmente nei riguardi del tenore. Con il suo canto fresco, suadente, ricco di morbidezze e di tratti robusti e chiari di fraseggio, con la sicurezza e la limpidezza del suo registro sovracuto, per il quale quest'opera è in particolar modo scabrosa, egli ha avuto facilmente ragione del più frenetico consenso del pubblico, che non contento di avere ottenuto il bis della romanza A te o cara del secondo atto, ha voluto anche quello della fine del duetto del quarto, subissando il cantante di applausi fragorosi e di acclamazioni.

[n.d.r] I sovracitati "Puritani" furono eseguiti al Teatro Malibran di Venezia nel mese di ottobre del 1925, nello stesso mese Lauri-Volpi si esibì nello stesso teatro anche in "Tosca" e "Andrea Chenier".

 

TRIESTE (Italia)

 

Il suo successo a Trieste nell'"Andrea Chénier" può dirsi senza precedenti in quella città. Ecco la documentazione della stampa:

 

IL PICCOLO

L'opera si Giordano, che ha elementi emotivi di indubbia suggestione soprastutto per un eloquio melodico, spontaneo e appassionato, ha avvinto ieri sera la folla che si è abbandonata a insoliti scatti d'entusiasmo. Il merito è principalmente del tenore Giacomo Lauri-Volpi, che superbamente campeggia nell'accurato insieme.

Era grande l'aspettativa per questo artista che dopo una felicissima apparizione al Rossetti, alcuni anni addietro (1920 Manon e Rigoletto [n.d.r.]), s'era lanciato nella carriera, passando dalla Scala al Metropolitan, e attraverso i maggiori teatri europei. L'attesa non fu certamente delusa, chè per materiale vocale slancio canoro pochi tenori possono oggi gareggiare con lui. È la sua, una voce privilegiata nella piena freschezza e nel pieno sviluppo, una irruenza giovanilmente baldanzosa la riscalda e la lancia senza parsimonia fra il pubblico che ne gode e ne resta conquiso; bissato l'Improvviso e accolto ogni brano, ove è concesso d'emergere al tenore, con altissime aclamazioni, che dopo il duetto finale sembravano non voler finire più.

Di fronte a questo "mattatore" restarono un po’ nell'ombra gli altri interpreti, ancorchè posseggano qualità non trascurabili. (Margareth Scheridan, Maddalena e Vincenzo Guicciardi, Gérard [n.d.r.]).

 

IL POPOLO DI TRIESTE

Con quattro "do" lanciati [sic] nell'esaltazione finale il Lauri Volpi fece delirare il pubblico. Essi erano di fenomenale splendore per poter esaltare siffattamente e far abbandonare ogni fisima di confrontare se vi sia stata nei precedenti poeti qualche maggiore aristocratica finezza o qualche espansione più calda d'intensità emotiva; si cessò anche di sofisticare se, nello sforzo di render vibranti di drammaticità i suoni di mezzo, si avesse qualche stacco cogli altri più liricamente morbidi; cosa che avrà potuto men piacere ai pedanti della musica, ma non a coloro che subiscono il fascino di un organo dotato, come quello del Volpi, di sovrana e fresca bellezza. Egli ha per di più; ha le attrattive di slancio d'un anima giovanile, ardente - ( e tale si mostrò, sia detto fra parentesi, quando fra i primi penetrò da soldato a Gorizia); con esaltazione ebbe quindi  ad espandere il volo del poeta, assetato di pura bellezza ideale.

Così l'artista, già apprezzato da noi nei primi anni di sua carriera per timbro argentino spiegato nei vezzi carezzevoli di Manon, e che avea sorpreso per freschezza di metallo nelle acute vibranti smorzate con leggerezza spavalda di fronte ad un colosso di vecchia scuola quale il Battistini , si affermò di niovo ora, dopo aver percorso quale autentica celebrità i maggiori teatri d'Europa e d'America, riportando successi entusiastici.

 

LA SERA

Il successo poi è stato vivissimo per merito sia dell'assieme dell'esecuzione omogenea e molto accurata, sia per il valore di elementi veramente ottimi. Tra questi primeggia il tenore G. Lauri Volpi, un cantante dalla voce mirabile per potenza e bellezza di timbro. Egli diede alla parte di "Andrea Chénier" ottimo risalto facendosi applaudire con entusiasmo dopo l'improvviso del primo atto, detto con accento travolgente e di cui si volle il "bis" tra grandi acclamazioni.

 

IL LAVORATORE

Anche chi lo ricordava in "Manon" non potè non rimanere sorpreso: la sua voce apparve rinvigorita, maggiormente animata di dolce, ardente respiro, il suo fraseggio ha sempre una nota suggestiva. Con una forza, che non udimmo nel Pertile, ma che vale meglio a delineare l'intima tragedia, il Lauri Volpi cantò e concluse l'improvviso: Un dì nell'azzurro spazio, ammorbidito e colorito da soavi mezze voci. E trascinò gli ascoltatori all'ovazione irruente e che non si placò che allorquando il maestro accennò la ripresa del brano.

Ma anche poi, in quell'atto di colore che è il secondo, al terzo, nella scena del tribunale e nelle rapide scene dell'ultimo, il Lauri Volpi adornò la sua magnifica voce di timbri vari e rischiarati dal sentimento.

 

MARAMEO

L'"Andrea Chénier", l'appassionata opera di Giordano, ebbe stavolta un trionfo, a merito principale del protagonista, tenore Giacomo Lauri Volpi. Da molti anni a questa parte i palcoscenici triestini non avevano risuonato di una voce di si fenomenale irruenza. Fu vivo assai l'entusiasmo suscitato nella folla da questo invidiabile artista, che è nel giovanile rigoglio della sua potenza vocale, acclamatissimo specialmente dopo l'Improvviso, dopo l'aria Come un bel dì maggio e dopo la stretta dell'ultimo duetto dove, sostenuti dal fiato eccezionale, egli fece vibrare i magnifici suoi si naturali, voluti dalla partitura e che il critico del nostro supplemento quotidiano di Piazza Santa Caterina in un momento di insolita distrazione prese per "quattro do" (che, in triestin fa… oto!)

 

LA CODA DEL DIAVOLO

Andrea Chénier ha indubbiamente ricchezza di elementi suggestivi che avvincono e conquidono, e come poche opere dell'ultimo trentennio anche per il recitato melodico, che commuove i cuori , appartiene al novero di quelle, che il nostro pubblico predilige e riode sempre volentieri.

Specialmente quando la parte del protagonista è affidata ad un interprete della levatura di Giacomo Lauri Volpi. È il tenore celebre, senza sottintesi e senza esagerazioni, il migliore che abbiamo udito nel dopoguerra, il tenore che per i rari pregi vocali è disputato fra le ribalte più importanti d'Europa e d'America. Voce di  uno splendore, cui nulla fa mai velo, di una chiarità argentina, che irrompe da un'ugola fresca e privilegiata con una spontaneità che sorprende e si ammira. Mai in quella voce un indizio di stanchezza. Si rinnova come l'onda di una sorgente, limpida, tersa, cristallina. Anche nei passaggi più bruschi resta sempre uguale; non si incupisce nei mezzi toni, come sovente avviene anche nelle ugole celebri.

Il pubblico che era accorso in folla straordinaria, addirittura eccezionale, rimase dapprima perplesso, quasi confuso. Bisognò che si rimettesse dalla sorpresa per prorompere in un applauso che non finiva più.

Il Lauri Volpi da gran signore concesse il "bis" di tutto l'Improvviso, nel duetto finale lanciò tanti do [sic] con una facilità e spontaneità, più uniche che rare, che gli spettatori, rapiti in estasi, applaudirono, gridarono, acclamarono. Fu un trionfo. E meritato trionfo per il magnifico artista.

[n.d.r.] Trieste Politeama Rossetti 15 novembre 1925, 5 recite.

 

 

Chiamato poi a Bologna per dare con l'autorità del suo gran nome speciale rilievo alla serata in commemorazione di Giacomo Puccini, Giacomo Lauri-Volpi ottenne un tal consenso d'ammirazione da maravigliare perfino… l'illustre tenore assuefatto a suscitare ovunque il più vivo entusiasmo:

 

BOLOGNA (Italia)

 

L'AVVENIRE D'ITALIA

Il tenore Giacomo Lauri Volpi è tornato fra noi  con una voce fatta ancora più piena, e con un assai più perfezionato magistero di arte. Che cosa è da lodarsi maggiormante in questo giovane artista? L'intelligenza colla quale vive la figura di Cavaradossi o la eccellenza del canto? È certo che in Lauri Volpi gareggiano l'interprete scenico e quello vocale, e che se il primo si afferma per la linea di singolare distinzione data al personaggio, il secondo è ricco di tutti quei requisiti che si domandano ad un tenore di grande classe. Egli cantò con impeto generoso, con insuperabili accenti di passione, raggiungendo sempre, col fulgore e con la forza espressiva del canto, la necessaria altezza; ma non fu impari al compito nemmeno quando si trattò di fraseggiare con dolcezza, e di piegare l'eccezionale volume della voce a tutte le più raffinate sfumature.

Il successo ottenuto dal Lauri Volpi è stato trionfale. Nei punti salienti della sua parte - in recondite armonie [sic], nel grido eroico vittoria, vittoria e infine in Lucean le stelle - ha acceso un entusiasmo al quale il pubblico del nostro Comunale non è solito. E dovette ripetere tra salve scoscianti di applausi la romanza del terzo atto, eseguita in modo superiore ad ogni esigenza.

 

IL RESTO DEL CARLINO

Del tenore Lauri Volpi dissi la verità fin da un anno scorso proclamandolo un cantante fuori classe. Sono profondamente compiaciuto che il severo, l'elettissimo pubblico di Bologna ieri sera sia stato della precisa identica opinione. Alcune frasi furono da lui squillate con una potenza eccezionale; altre modulate con finezza straordinaria; c'era per aria dello sbalordimento. Dovette bissare la romanza del terzo atto.

Il successo è stato completo; caloroso fino dalle prime scene, è andato aumentando sino a diventare imponente dimostrazione d'entusiasmo quando al terzo atto il tenore Lauri Volpi, con la mirabile bellezza della voce, e con l'arte eccellente del canto, ha saputo elettrizzare l'uditorio, che ha richiesto, anzi imposto la replica del brano E lucean le stelle.

Il tenore Lauri Volpi ha vinto la sua grande battaglia; ha trascinato il pubblico all'entusiasmo, dopo averlo conquistato e convinto; e nessuno è uscito ieri sera dal teatro senza affermare che egli è un tenore degno di essere annoverato tra i migliori e più competenti presenti e passati.

Dopo il secondo atto S. A. la duchessa d'Aosta ha ricevuto nel vestibolo del palco Reale il Maestro Bellezza e i principali interpreti di Tosca la signora Melis, il comm. Lauri Volpi, commendatore Stabile, e per tutti ebbe parole gentili di compiacimento e di ammirazione.

 

La seconda recita di "Tosca" confermò il trionfo dell'illustre tenore. Il teatro era esauritissimo.

 

IL RESTO DEL CARLINO

Per il tenore Lauri Volpi, che cantò con arte mirabile e con dovizia di mezzi vocali, si rinnovano le entusiastiche dimostrazioni di domenica scorsa. Egli dovette replicare la romanza  Recondite armonie [sic] e ebbe un grande applauso dopo l'invettiva del secondo atto. Al terzo quadro il suo giusto diniego di bissare anche il lucean le stelle suscitò un tale clamore di applausi e di troppo insistenti richieste da interrompere per un po’ il corso della recita.

 

L'AVVENIRE D'ITALIA

Lauri Volpi, il tenore dalla voce potente, suscitatrice di stupore, cantante pieno di passione, dovette bissare le recondite armonie [sic] e fu richiesto della replica di lucean le stelle con grida interminabili che durarono parecchi minuti intralciando la prosecuzione dell'atto.

[n.d.r.] Bologna Teatro Comunale 29 novembre 1925 (5 recite)

 

(Tratto dalla Rivista teatrale Melodrammatica n° 23 del 5 dicembre 1925)

 

 

 

©  Pietro Sandro Beato